Bulldozer israeliani sono penetrati nel villaggio palestinese di Beit Furik, a Est di Nablus durante la giornata dell'8 dicembre e hanno raso al suolo case, baracche, tende, devastato terreni agricoli e orticoli e distrutto una scuola a Khirbet Tana.
Il Municipio di Beit Furik ha denunciato l'accaduto come l'ennesimo esempio di persecuzione e angheria ai danni del popolo Palestinese, secondo un noto copione che vorrebbe esasperare gli abitanti dei territori cisgiordani concupiti da Israele e dai coloni ultraortodossi fino al punto di costringerli a emigrare, lasciando le zone in questione libere per l'annessione e l'occupazione ebraica.
Hatef Hanani, sindaco di Beit Furik, dichiara: "Questa é la terza volta che l'Occupazione sionista ha attaccato le nostre case e reso senzatetto i loro abitanti; aggressione tanto più grave perché avviene alle porte dell'inverno". Testimoni oculari hanno raccontato di aver visto i primi mezzi cingolati avvicinarsi al villaggio nelle prime ore del mattino accompagnati da un grande numero di soldati dell'esercito sionista.
La scuola demolita era stata costruita circa un decennio fa dall'Autorità nazionale palestinese.
A poca distanza dalle zone aggredite e devastate si trova l'insediamento ebraico illegale di Makhora, costruito nel 1969 sulla terra sottratta ai Palestinesi in seguito all'aggressione a tradimento israeliana del 1967; siamo certi che, dietro le mura di separazione e le barriere che segregano le strade riservate al "popolo eletto" siano in molti coloro che si sono leccati le labbra e scambiati pacche sulle spalle e sghignazzate vedendo i Caterpillar corazzati di Tsahal che demolivano tende e baracche di famiglie rese già ripetutamente profughe.
Nessun commento:
Posta un commento