venerdì 25 marzo 2011

Soldati sionisti massacrano i piedi di un ragazzo palestinese a colpi di mitra! La trita giustificazione: "Aveva tirato una pietra!"


Suleiman Isa, un ragazzo palestinese del Campo profughi cisgiordano di Balata, nei pressi di Nablus, é ricoverato in ospedale coi piedi letteralmente macellati da raffiche di mitra: i proiettili gli hanno triturato le ossa e, disperando di poter salvare le estremità, i chirurghi si stanno consultando sulle varie opzioni di amputazione.

Con ogni probabilità Isa sarà quindi costretto a passare il resto della vita su due piedi artificiali, condannato a prestare attenzione a ogni passo, impossibilitato a correre, a saltare, a giocare a calcio come invece possono fare i suoi più fortunati coetanei.

I responsabili della sua mutilazione e di un tormento che durerà tutta una vita, ovviamente, indossano le divise grigioverdi delle forze armate sioniste e sono intervenuti sparando raffiche a ripetizione contro la loro vittima intervenendo "in difesa" di un insediamento illegale di fondamentalisti ebrei armati, le pedine dell'annessione militare della terra palestinese annessa a Israele, al di là del confine stabilito dalla Risoluzione ONU 242 del 1967.

Infatti vicino alla zona in cui si é compiuto il massacro di Suleiman (la stazione degli autobus di Toumeer) sorgono gli insediamenti illegali di Bracha e Yitzhar (foto sopra). Questi, come tutte le colonie di fondamentalisti armati impiantate da Israele in Palestina sono costantemente monitorati e pattugliati da plotoni dell'esercito sionista, nel caso che i fanatici armati che vivono al suo interno abbiano bisogno di "aiuto" nel corso dei loro raid vandalici contro campi, case e proprietà palestinesi.
I fanatici coloni ebrei inviano i loro figli, appositamente istruiti e indottrinati all'odio, a tirar pietre contro case e negozi palestinesi, ma nessun esercito palestinese arriva a macellare loro i piedi a colpi di mitra...
Isa, riportano i media militari israeliani, avrebbe 'lanciato una pietra' contro un soldato israeliano, per cui, senza la minima traccia di scrupolo, i suoi commilitoni si sono sentiti 'perfettamente legittimati' a prenderlo e svuotargli i caricatori delle loro armi nei piedi, mirando tutti a quell'unico bersaglio, con l'aperto e sadico proposito di mutilarlo.
I villaggi palestinesi vicini a Yithzar e Bracha, per proteggersi dai raid vandalici ebraici, hanno dovuto installare grate metalliche alle finestre dei piani bassi.
Una nuova, ennesima vittima della violenza che Israele scatena, ben lontano dall'attenzione dei sonnolenti e distratti media occidentali, nell'ambito della sua politica di giudaizzazione forzata di territori occupati illegalmente.

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