Riguardo le accuse lanciategli contro da qualche compagno di gabinetto eccessivamente animato da spirito partigiano Mr Safadi ha usato argomenti squisitamente politici per replicare: le sue scelte di campo, per cui ha affermato il suo pieno e convinto appoggio alla Resistenza, sono coerenti con gli interessi della nazione libanese e non possono sotto alcuna lente venire considerate come 'tradimento'.
Il Ministro ha affermato che il nuovo Governo libanese raccoglierà presto le numerose sfide che gli si parano davanti, presentandosi come un interlocutore valido e qualificato per le forze interne ed esterne al Libano. Ha inoltre aggiunto che l'acutizzarsi delle tensioni partigiane e settarie é la via più diretta e sicura per tornare ai tempi bui della guerra civile e rappresenta una condotta che andrebbe abbandonata a ogni costo, accettando pienamente la dialettica maggioranza-opposizione, sancita dal Parlamento.
Tornando un'ultima volta sulla questione della Resistenza e del suo rapporto con la difesa nazionale il Ministro Safadi ha concluso: "La Resistenza é legittima, così lo sono le sue armi; fino a quando l'Esercito nazionale non sarà in grado di dissuadere con la sua sola presenza e il suo solo equipaggiamento una possibile invasione israeliana vi sarà bisogno della Resistenza e delle sue capacità e delle sue risorse, privarcene significherebbe invitare Israele a fare ciò che vuole col nostro territorio e i nostri confini".
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