lunedì 21 marzo 2011

Comitato degli abitanti di Silwan denuncia: "Israele brutalizza sistematicamente i bambini palestinesi suoi prigionieri!"


Secondo uno studio portato avanti dal Comitato di Difesa degli abitanti palestinesi di Silwan, il quartiere di Gerusalemme occupata sottoposto alle brutali politiche di giudaizzazione forzata del Governo sionista dell'Apartheid, i bambini e i ragazzi del distretto che hanno avuto la sfortuna di cadere prigionieri delle autorità israeliane hanno subito gravi ed evidenti modifiche al comportamento e alla personalità, in conseguenza degli abusi e dei tormenti cui sono stati sottoposti durante la detenzione.

Tali modifiche, se non affrontate nella maniera terapeuticamente corretta, si svilupperanno in profondità con effetti negativi sulla socialità e la salute mentale dei soggetti in questione, come articola, in un incontro tenutosi lo scorso venerdì con la stampa locale e regionale, il membro del Comitato Fakhri Abu Diab. "Stiamo parlando di dozzine e dozzine di bambini e ragazzi, per un totale di oltre due centinaia: bambini che una volta restituiti alle famiglie hanno mostrato segni di isteria, agitazione, attacchi di panico, incubi, scotofobia (paura del buio), balbuzie e altri disordini della fonazione, aggressività e altri disordini che erano del tutto sconosciuti prima delle loro esperienze nelle carceri israeliane".

Tali cambiamenti, sottolinea Diab, non possono essere tutti frutto del caso o di 'incidenti isolati'; evidentemente Israele implementa una politica di sistematica brutalizzazione delle proprie vittime, in special modo sui bambini, in quanto più esposti e sensibili alle molestie e agli abusi, in modo da 'creare' intere generazioni di Palestinesi traumatizzati e insicuri, che più difficilmente saranno in grado di lottare in maniera coerente per i propri diritti e più facilmente potranno lasciarsi andare ad atti di violenza insensata, giustificando così la 'leggenda' sionista sui 'palestinesi come animali violenti'.

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