sabato 26 marzo 2011

Abbas al-Sayyed, al sedicesimo giorno di sciopero della fame, trasferito all'ospedale di Ramleh


La vita di Abbas al-Sayyed, leader delle Brigate al-Qassam rinchiuso nella prigione sionista di Rimon (Tulkarem), é ormai in serio pericolo, avendo il prigioniero raggiunto il sedicesimo giorno di sciopero della fame totale in protesta contro le inumane condizioni di detenzione imposte non soltanto a lui, ma a tutti i detenuti della Resistenza rinchiusi nella struttura.

Ikhlas al-Sayyed, moglie del prigioniero, ha dichiarato a un reporter del "Palestine Information Center" che, a causa delle sue gravissime condizioni di salute, Abbas sarebbe stato da poco trasferito nell'ospedale carcerario di Ramleh e che, nonostante tutto, la sua determinazione a continuare lo sciopero non si sarebbe affatto indebolita.
Prigionieri palestinesi in mano a Israele: costoro, rispetto al Al-Sayed, sono dei veri e propri 'privilegiati', avendo quantomeno l'accesso ad elettricità e televisione, oltre a non essere tenuti in isolamento.
"Le condizioni di prigionia in cui viene costretto mio marito dovrebbero essere una 'punizione' per essere riuscito a rilasciare una dichiarazione ai rappresentanti della TV Al-Jazeera durante l'udienza per il rinnovo della detenzione in isolamento oltre due settimane addietro", la signora Al-Sayyed, che non vede il marito da oltre un anno, ha invitato tutte le organizzazioni umanitarie che si interessano dei prigionieri palestinesi in Israele a mobilitarsi in suo favore.

Dopo il ricovero di Al-Sayyed a Ramleh le autorità israeliane, cedendo dopo un lungo e durissimo braccio di ferro, hanno acconsentito a fargli ricevere la visita del suo legale, l'avvocato Mohammed Abdeen.

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