L'Ammiraglio Mike Mullen, Capo degli Stati Maggiori unificati degli Stati Uniti, ha affermato, nel corso del suo intervento al programma "Face the Nation", trasmesso dal network televisivo CBS, che le missioni di attacco aereo sulla Libia, recentemente iniziate sotto l'ombrello diplomatico della Risoluzione ONU 1973 hanno "uno scopo chiaro, definitio e limitato".
Subito dopo, tuttavia, con apparente contraddizione lo stesso ammiraglio si é detto "molto incerto" sul possibile esito dell'intervento armato occidentale, su come, cioé, esso potrà influenzare l'evoluzione della situazione politica del paese nordafricano, azzardando perfino, per quanto 'istigato' dalle domande dell'anfitrione del canale, che "uno stallo con Gheddafi" non é affatto da scartare, come possibilità.
"I nostri attacchi sicuramente scompagineranno le puntate offensive dei lealisti, che ultimamente stavano riguadagnando molto del terreno perduto nella fase iniziale dell'insurrezione, e daranno ai rivoltosi modo e tempo di raggrupparsi e riorganizzarsi ma, tolto questo, qualunque sviluppo ulteriore é materia di congettura".
Forse Mullen inizia a 'preparare il terreno' per una prossima dichiarazione della 'necessità' di scendere coi piedi a terra a finire il lavoro che gli insorti non sembrano preparati a concludere? Una simile iniziativa, ovviamente, andrebbe contro il desiderio, inizialmente reiterato con chiarezza dai ribelli libici di non vedere soldati stranieri sulla loro terra ma, é da notarsi, come gli striscioni "No Foreign Intervention" siano sospettosamente scomparsi da quando le forze di Gheddafi iniziarono a riprendere slancio.
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