venerdì 25 marzo 2011

Il Ministro degli Esteri egiziano mette in guardia Israele: "Stop ai raid militari contro la popolazione di Gaza!"


Fonti diplomatiche interne al Ministero degli Esteri egiziano hanno riportato che il titolare del dicastero Nabil el-Arabi, ha inviato una inequivoca nota di censura a Rafi Barak, Direttore generale del Ministero degli Esteri dello Stato ebraico, "mettendo in guardia" Tel Aviv a proposito delle conseguenze dell'attuale escalation militare in atto contro la popolazione civile della Striscia di Gaza.
Rafi Barak, fotografato a un meeting ministeriale con indosso una cravatta che sarebbe discutibile persino per un giro tra i tavoli verdi di Atlantic City...
El-Arabi ha spronato Barak a far presente ai suoi superiori al Ministero la necessità di porre un freno all'attuale spirale di violenza militare e a instaurare una volta per tutte un solido e duraturi 'cessate il fuoco' al quale il legittimo Governo palestinese espresso da Hamas si é sempre mostrato favorevole, mantenendolo con grande impegno e numerosi sforzi, fino a quando esso non é crollato sotto le costanti violazioni israeliane.

Il Ministro degli Esteri cairota ha anche condannato le affermazioni rese da Amos Gilad, capo del settore politico del Ministero della Guerra di Tel Aviv (già emissario israeliano presso il Cairo, posizione da cui venne 'giubilato' per grave insubordinazione nei confronti di Ehud Olmert), che ha minacciato più volte di rompere unilateralmente gli accordi di pace con l'Egitto nella convinzione che il nuovo Egitto post-Mubarak 'non voglia la pace' con lo Stato sionista. El-Arabi ha fatto notare. nel suo messaggio, come invece siano proprio gli avventurismi militari contro Gaza e le improvvide dichiarazioni di personaggi di secondo piano del Governo israeliano, forse in cerca di qualche minuto di notorietà, a costituire il primo e più grave pericolo per il mantenimento della più che trentennale pace fra Egitto e Israele.

In notizie correlate, Nabil el-Arabi ha anche conferito con José Luis Moreno Ocampo, Procuratore generale della Corte Criminale Internazionale dell'Aia segnalandogli l'opportunità di ascoltare i richiami che da parte palestinese si levano per l'istruzione di un processo contro i responsabili dei numerosi crimini di guerra perpetrati contro i civili di Gaza durante il tristemente famoso 'pogrom' militare israeliano consumatosi tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009, durante il quale vennero uccise oltre 1400 persone, tramite l'utilizzo anche di armi vietate dalle convenzioni internazionali tra cui bombe a grappolo, fosforo bianco, napalm ed esplosivi a metallo denso inerte.

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