Khaled Abu Arafa, ex-Ministro degli Affari Gerosolimitani, ha descritto la situazione della Città Santa come "una bomba a tempo" la cui deflagrazione causerebbe "ripercussioni e contraccolpi in tutta la regione".
In una intervista coi reporter dell'agenzia "Palestinian Information Center", tenutasi nella tenda dove stava partecipando a un sit-in contro la violenta campagna di giudaizzazione forzata della parte cristiana e musulmana della città, Arafa ha dichiarato altresì che ogni tentativo di Mahmud Abbas e Salam Fayyad di dare vita a un nuovo Governo che sia ancora espressione della sola fazione Fatah sarebbe "un esercizio di futilità".
Tornando però al tema dei crimini israeliani nella città occupata di Gerusalemme Est Abu Arafa ha affermato che essi provano come la leadership politica sionista sia ormai ostaggio delle frange più estreme del Governo in carica, che a loro volta portano avanti programmi sempre più estremi e violenti nel tentativo di radicarsi nei consensi del movimento dei coloni fondamentalisti, dove trovano naturali riserve di voti.
"Tutto ciò procede come se la popolazione palestinese, la sua rabbia, il suo risentimento, non contassero nulla, ma invece queste cose contano, si accrescono, si deteriorano, fino a che a un certo punto esploderanno e trascineranno nel vortice tutta la Palestina e tutta la regione".
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