Stamane sono esattamente diciassette giorni da quando Abdulhakeem Suleiman Hamdan, trentasettenne cittadino cisgiordano e sostenitore di Hamas, il Movimento musulmano di Resistenza, ha iniziato il suo sciopero della fame totale. A differenza di altri prigionieri della Resistenza palestinese Hamdan non é prigioniero di Israele, ma della sua fedele 'gendarmeria coloniale', gestita dalla fazione Fatah in cambio dell'autorità del guardiano di schiavi, disprezzato dal suo padrone, odiato dai suoi sottoposti.
Hamdan, arrestato a Tulkarem 87 giorni fa, non é nuovo alla prigionia, già nel 2009 le milizie di Fatah, che controllano la West Bank dal tempo del loro tentativo di Colpo di Stato contro il legittimo Governo palestinese, lo avevano imprigionato e torturato, causandogli gravi probelmi circolatori a causa delle manette e delle catene con cui venne tenuto immobilizzato.
La sua precedente carcerazione si protrasse oltre tre mesi, ora la sua detenzione attuale rischia di superarla; Hamdan é tenuto in 'carcere preventivo' senza che nessuna accusa sia stata formulata contro di lui; da qui la sua coraggiosa ed estrema decisione di privarsi del cibo per protesta. Solo nell'ultimo mese gli sgherri di Fatah hanno incarcerato 70 membri e sostenitori di Hamas. Che il Movimento di Resistenza musulmano abbia tanti seguaci anche 4 anni dopo il tentativo di Golpe contro il legittimo governo dovrebbe ancor di più far riflettere Fatah sulla popolarità delle sue scelte e sulla capacità di Hamas di esprimere nei fatti i sentimenti e le idee della popolazione palestinese.
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