Il Direttore del "Centro Ahrar per gli Studi sui Prigionieri", Fouad al-Khafsh ha dichiarato che le politiche di isolamento solitario dei carcerati portate avanti dallo Stato ebraico sono una misura persecutoria in tutto e per tutto assimilabile a una tortura e, inflitte con la frequenza e la durata che sono ormai tipiche del sistema carcerario e concentrazionario israeliano, portano fatalmente all'erosione e alla compromissione della salute mentale del detenuto.
In una intervista con l'agenzia "Palestine Information Center" Al-Khafsh ha reso una dettagliata e sconvolgente descrizione della 'cella' in cui vengono tenuti i carcerati sottoposti alla tortura dell'isolamento, uno spazio talmente angusto da meritare, piuttosto, l'appellativo di 'tomba'. "Parliamo di una stanzetta di un metro e ottanta per due metri e mezzo, con una piccola latrina, dove non é permesso tenere alcun genere di effetto personale".
Al-Khafsh ha dichiarato che Abdulnasser al-Halisi, prigioniero gerosolimitano, dopo aver passato otto anni in isolamento solitario, ha mostrato un notevole peggioramento delle sue condizioni di salute mentale, di cui bisogna imputare il regime di detenzione criminale e inumano a cui é stato sottoposto dallo Stato ebraico, evidentemente non contento di averlo tenuto in carcere dal 1990 dopo averlo condannato all'ergastolo.
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