E' stato un venerdì di scontri con feriti e vittime quello che si é avuto ieri nei dintorni di Ashraf City, grande accampamento a Nord-Est della cittadina di Khalis, dove il famigerato movimento MKO (mojāhedin-e khalq-e irān), responsabile di numerosi attacchi, raid e attentati contro la Repubblica iraniana ha concentrati i propri aderenti e militanti. L'Agenzia France Presse ha riportato che circa due ore dopo la mezzanotte forze irakene hanno iniziato a schierarsi attorno all'area, partendo dal cimitero, venendo quasi immediatamente in contatto con elementi ostili provenienti da Ashraf City vera e propria.
Parlando in una conferenza-stampa tenutasi a Baqouba, capitale provinciale di Diyala, il Maggiore Hassan al-Tamimi dell'Esercito irakeno ha dichiarato che, nel corso di diversi 'round' di scontri si sono lamentati tre morti e 27 feriti, di cui 14 membri del MKO e 13 soldati. Diverse le cifre comunicate dai militanti, che parlano di 31 morti e 300 feriti, caduti o colpiti durante "un assalto" delle forze regolari.
Più di una volta negli ultimi mesi il Governo irakeno aveva espresso la sua intenzione di forzare l'organizzazione ad abbandonare il suo territorio, dal quale, nel corso degli ultimi 30 anni, ha lanciato numerose campagne di aggressione e attentati verso l'Iran, ingraziandosi di volta in volta i detentori del potere politico, dai Generali Salam e Rahman Arif, al Presidente Al-Bakr, da Saddam Hussein agli occupanti americani, proponendosi sempre come utile 'pedina' anti-iraniana.
(Massoud Rahavi, leader del MKO, accolto fraternamente da Saddam Hussein nel 1986)
Il Primo Ministro Nouri al-Maliki e il suo consulente per la comunicazione Ali Mussawi hanno recentemente dichiarato a rappresentanti dell'UE: "Prendetevi i 'vostri' Mujahedin del Popolo e portateveli dove volete, l'Irak non può tollerare più a lungo la loro presenza, che rende difficili e tesi i nostri rapporti con gli stati confinanti".
dallo storico "compound" di Fallujah a Camp Ashraf, a 60 Km a Nord di Bagdad, nella provincia centrale di Diyala.
Gli scontri di ieri sono la seconda occasione in due anni (la prima si ebbe il 29 luglio 2009) in cui il Governo irakeno tenta di 'sloggiare' i Mujahedin del Popolo dalla loro roccaforte di Ashraf.
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