mercoledì 5 ottobre 2011

Leon Panetta, travolto dallo scandalo, nega di voler liberare il 'paisà' Ilan Grapel (paisà...con doppi documenti e doppia lealtà)


Come denunciavamo nel nostro articolo precedente, il fatto che un Segretario della Guerra del Governo di Washington si precipitasse in Medio Oriente per ottenere dalla Giunta Tantawi il rilascio della spia Ilan Grapel: cittadino dell'Entità sionista, ex-militare dell'esercito sionista, spia del Mossad che 'casualmente' si era 'scordato' di rinunciare alla sua cittadinanza Usa quando era emigrato nella Palestina occupata, ha susciato uno scandalo tale da costringere il 'buon' Leo Panetta a un brusco dietrofront con tanto di smentita ufficiale diffusa tramite comunicato stampa.

"Il Segretario Panetta non si é direttamente interessato della questione della prigionia di Ilan Grapel (agente del Mossad arrestato in Egitto mentre cercava di sobillare torbidi e disordini), ma, venuto a conoscenza della cosa ha invitato le controparti egiziane a gestire la cosa in maniera giusta ed equilibrata tenendo anche in considerazione le condizioni di salute del soggetto".
La 'dura vita' dell'agente sionista...se le cose virano al brutto ci si può sempre "ricordare" di essere cittadini di uno Stato diverso!!!
Sono forse troppo gracili e cagionevoli gli '007' di Tel Aviv? A quanto ci risulta Grapel é stato paracadutista dell'Esercito israeliano, non proprio un ruolo a cui possa ambire un uomo in meno che perfetta forma. E comunque, perché l'Egitto dovrebbe tenere in considerazione le condizioni cliniche del sionista (con doppio passaporto, anche se quello a stelle e strisce lo tira fuori solo quando fa comodo) Grapel quando ogni giorno il Regime ebraico nega medicinali, cure, assistenza sanitaria a centinaia di prigionieri politici palestinesi sofferenti di asma, diabete, ipertensione e persino tumori?

In attesa che la questione si sciolga, possibilmente (come già abbiamo auspicato) con un equo scambio tra il prigioniero sionista e un adeguato numero di detenuti politici egiziani e palestinesi che languono nelle carceri Usa e israeliane, ci arriva contemporaneamente una buona notizia dal Ministero del Petrolio e delle Risorse egiziano, dove il titolare Abdullah Ghurab ha dichiarato che nel caso di ripresa delle esportazioni del metano egiziano verso Israele i prezzi di vendita saranno 'adeguati a quelli del mercato internazionale', con una decisa inversione di tendenza rispetto ai tempi in cui, le tasche farcite da laute mazzette, il satrapo Mubarak e la sua corte letteralmente 'regalavano' quantità mostruose di gas al Regime dell'Apartheid, facendoselo 'pagare' da 20 a 70 centesimi di dollaro Usa per BTU (quando il prezzo di mercato varia dai 10 ai 12 dollari per la stessa unità di misura).
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