sabato 8 ottobre 2011

Manifestazioni a Sanaa e ad Ibb, per celebrare il Nobel Tawakkul Karman e denunciare il tiranno Saleh e l'iniziativa del GCC!


Decine di migliaia di cittadini yemeniti sono scesi in piazza nel giorno dell'annuncio dell'assegnazione del Premio Nobel per la Pace alla loro connazione Tawakkul Karman, celebrando il riconoscimento e rinnovando la loro determinazione a continuare scioperi, marce, proteste, fino al raggiungimento ultimo dei loro obiettivi: la cacciata dal potere del tiranno Ali Abdullah Saleh e la costruzione di una vera democrazia in 'Arabia Felix', libera dalle influenze e dalle manipolazioni di Usa, Arabia Saudita, Israele e altre arroganti potenze imperialiste.

Le manifestazioni maggiori si sono tenute nella capitale Sanaa, ma anche nella 'Città Verde' di Ibb, e in entrambe le forze di sicurezza fedeli al tiranno (recentemente rientrato nel paese dopo un lungo ricovero a Riyadh per le conseguenze di un attentato esplosivo che lo ha colpito ai primi di giugno nel suo stesso palazzo del potere) non hanno esitato a utilizzare le armi per affrontarle e disperderle. Prima che questo accadesso, comunque, i manifestanti di Sanaa hanno dato fuoco a un finto feretro addobbato per rappresentare l'iniziativa diplomatica sponsorizzata dal Consiglio di Cooperazione tra i Paesi Arabi del Golfo Persico (GCC), che il fronte riformatore considera troppo favorevole a Saleh (prevederebbe infatti sue dimissioni a favore di Abd Rabbo Mansour Hadi, Vicepresidente e poscia la sua inviolabilità da inchieste o accuse per i suoi crimini passati).

Curiosamente, forse speranzoso di riuscire ancora una volta a tenere tra le grinfie il timone del comando, lo stesso Saleh ha rifiutato più e più volte di firmare il protocollo 'cucinato' dai suoi alleati arabi, portando il paese sempre più vicino al collasso e alla minaccia di una guerra civile in stile libico. Truppe saudite sono già nel paese (esattamente come in Bahrein) per aiutare i suoi scherani a reprimere le manifestazioni e una parte dell'esercito (nella fattispecie la Divisione Corazzata fedele al carismatico Generale Ali Mohsen) ha già denunciato l'autorità presidenziale, schierandosi coi dimostranti.
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