Gli Stati Uniti d'America, da che mondo e mondo, pretendono sempre l'extragiudizialità del loro personale militare rispetto alle leggi e ai tribunali dei paesi in cui stazionano come occupanti militari; il nostro pubblico ricorderà bene l'intollerabile oltraggio dei piloti yankee che dopo aver assassinato dozzine di cittadini Europei, tranciando con il loro aereo scatenato in evoluzioni da rodeo i cavi della funivia del Cermis, vennero in tutta fretta fatti fuggire dall'Italia per evitare che dovessero comparire davanti a una corte italiana e a un giudice italiano e di casi simili é piena la storia delle occupazioni 'made in usa': stupratori a Guam e Okinawa, assassini in Afghanistan e molti, moltissimi altri criminali con le stellette di Washington hanno potuto evitare il giusto castigo per i loro reati grazie al Pentagono e alle sue politiche scioviniste e jingoiste.
Adesso, da Bagdad, dalla capitale dello Stato che per ultimo in ordine temporale ha subito l'onta dell'aggressione e dell'occupazione arrogante della potenza imperialista americana, viene una importante affermazione di segno contrario che, ne siamo certi, già sta facendo tremare parecchie ginocchia nello staff dell'inquilino nero della Casa Bianca: tutti quei 'servicemen' Usa che dovessero rimanere in Irak a partire dal primo gennaio 2012 non godranno di alcun privilegio riguardo extragiudizialità delle loro azioni. L'annuncio é stato dato dal Vicepremier Ross Nouri Shawis (foto sopra).
Naturalmente, non vi é alcuna intenzione da parte del Governo in carica o delle altre cariche istituzionali di mantenere alcun numero di militari americani nel paese dopo quella data, ma la dichiarazione é comunque importante, giacché toglie a Washington un importante rassicurazione sull'intoccabilità delle proprie truppe e, di converso, ridurrà ad altri consigli persino quegli irriducibili della 'presenza a oltranza' che, anche dopo le ripetute dichiarazioni di parte irakena, continuavano a proclamare a gran voce che la presenza Usa nel paese si sarebbe prolungata anche oltre i termini siglati nel 2008 dall'accordo sul ritiro voluto da George Bush Jr.
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