Come in precedenza annunciato, il sesto convoglio di aiuti 'Miles of Smiles' é riuscito a raggiungere il ghetto assediato di Gaza con circa 100 tonnellate di medicinali e altre provviste mediche; anche se apparentemente impressionante in senso assoluto il carico di aiuti non rappresenta che un temporaneo sollievo nella costante e perdurante emergenza sanitaria e umanitaria che, a causa dell'assedio sionista, disumano e illegale, ha trasformato l'enclave costiera palestinese nel più grande carcere a cielo aperto del mondo, una prigione con un milione e secicentocinquantasettemila detenuti, premuti in meno di quattrocento chilometri quadrati (la sesta densità di popolazione al mondo, dopo Macao, Montecarlo, Singapore, Hong Kong e Gibilterra).
Accompagnato da quarantun volontari internazionali (Europei, asiatici e africani) Miles of Smiles 6, come tutte le carovane solidali che lo hanno preceduto, ha l'obiettivo, oltre che di portare beni e generi disperatamente richiesti dalla popolazione di Gaza, anche di aumentare la coscienza e la consapevolezza del 'mondo esterno', troppo spesso anestetizzato dalle balle e dalle menzogne dell'Hasbara made in Israel, propalata dai complici e sodali dell'occupazione annidati nella comunità dei media, nei partiti e nelle compagini di governo europee e americane, nelle istituzioni sovranazionali.
Poche ore prima dell'arrivo del convoglio Miles of Smiles, sempre nella giornata di giovedì 6 ottobre, altre due delegazioni, una tunisina e una tedesca, hanno concluso le loro rispettive visite alla Striscia assediata tenendo conferenze stampa: in quella della società cristiana 'Pax Christi' Wiltrud Rosch-Metzler ha dichiarato ai rappresentanti dei media: "E' fondamentale che ognuno di noi continui il proprio lavoro contro questo assedio illegale"; l'attivista del convoglio tunisino 'Karameh' Sabrin al-Areebi, invece, ha dichiarato: "Siamo qui per mostrare non solo compassione, ma anche e soprattutto solidarietà con i nostri fratelli e sorelle palestinesi, sostenendoli nella loro lotta per una vita decente e dignitosa".
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