venerdì 16 dicembre 2011

In esclusiva per l'Italia la testimonianza del nipote del Palestinese ucciso con suo figlio nel bombardamento della loro casa a Gaza!


Circa una settimana fa riportavamo la tragedia della famiglia Al-Zalaan, residente a Gaza, colpita da un bombardamento aereo sionista che, oltre ad avere ucciso il capofamiglia e (poco più tardi) un bambino di dodici anni, ha straziato e mutilato altri sei bambini e bambine, due donne e due persone anziane. Siccome uno degli scopi di PALAESTINA FELIX é quello di rendere presenti e comprensibili al pubblico occidentale "Le Sofferenze della Palestina" ci troviamo a tornare sull'argomento per arricchire la nuda cronaca dell'attacco e delle sue conseguenze con un'aggiunta di "punto di vista umano", quello cioé di un nipote dell'uomo ucciso che ha cercato di prestare i primi soccorsi, vedendosi poi morire lo zio tra le braccia.

Migdad al-Zalaan, vent'anni appena, vive in una casa che solo due anni fa era stata ristrutturata dall'UNRWA dopo i danni subiti nel pogrom militare del 2008-2009 e che condivideva un muro con quella dello zio Bahjat, completamente distrutta dall'impatto delle bombe sioniste. Racconta il giovane: "Ho portato le mie sorelline Samaa e Samar nel soggiorno con mia nonna, cercando di far loro scudo durante la prima esplosione, rimasi ferito alla schiena e alla gamba da detriti che caddero dal soffitto, quindi portai tutti fuori di casa, al sicuro".

"Dopo la seconda esplosione la casa di mio zio non esisteva praticamente più, lui e sua moglie erano sepolti sotto i calcinacci, la zia mi implorò di portare via Ahmed, il loro ultimo nato, lo tirai fuori dalle macerie e lo passai subito a qualcuno, un vicino, non ricordo, che lo portò fuori. Appena il bimbo di sei mesi fu portato fuori ci fu una terza esplosione, mi sdraiai sopra mia zia per proteggerla e poi riuscii a farla alzare e uscire, quindi cercai di aiutare mio zio".

"Mio zio stava ancora respirando quando scostando i detriti lo vidi emergere dalle macerie di un muro, mi disse 'Curati della mia famiglia, dei bambini, sii loro vicino, e quindi é spirato, morendomi tra le braccia. Tredici membri della mia famiglia sono rimasti uccisi o feriti, Ramadan, il primogenito di mio zio, non é sopravvissuto al padre nemmeno 24 ore, ma é questo che fa 'Israele', distrugge le case della gente comune, dove non c'era un'arma o un combattente, solo gente pacifica che voleva vivere una vita normale".

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