Confermando i sospetti di quanti hanno visto nel più recente di diversi attentati esplosivi che negli ultimi mesi hanno preso di mira gli uomini dei contingenti internazionali componenti la forza di interposizione ONU (UNIFIL) schierata tra Libano e regime sionista (uno dei più vecchi "punti caldi" del pianeta, visto che UNIFIL ha iniziato la propria missione nel 1978) un tentativo di forze filosioniste di dar modo a Israele di riprendere le proprie aggressioni armate contro il Paese dei Cedri, inizia a ventilare su alcuni media libanesi la voce che un ritiro o quantomeno una riduzione delle aree di competenza dei "caschi blu" potrebbe essere quanto mai prossimo.
Se questo accadesse, Tel Aviv, che viene frenata dal riprendere i propri attacchi e i propri bombardamenti solo dalla presenza dei militari internazionali, potrebbe ricominciare a bombardare il Libano meridionale con artiglierie, aerei, droni ed elicotteri, senza dover più temere rimostranze da parte dei paesi occidentali compartecipi della missione ONU. Ricordiamo che nell'estate del 2006 il regime dell'Apartheid lanciò la sua ultima invasione in grande stile nonostante la presenza del contingente UNIFIL, che era però molto più piccolo e schierato su posizioni molto meno estese di ora; diversi caschi blu austriaci, canadesi, cinesi e finlandesi vennero anche uccisi durante l'aggressione militare sionista e numerosi altri ghanesi, indiani e di altre nazionalità, vennero feriti più o meno gravemente.
Dopo la conclusione della guerra dei 34 giorni, nell'agosto di 5 anni fa, l'UNIFIL venne rinforzata con oltre seimila militari (in massima parte francesi, italiani e qatariani), dotati anche di carri armati da battaglia, artiglierie cingolate e sistemi antiaerei moderni. La Risoluzione ONU 1701, emessa dal Consiglio di Sicurezza per stabilire modalità e norme del ritiro israeliano dal territorio invaso e clausole di armistizio, prevede la possibilità che, con il normalizzarsi della situazione, le truppe ONU lascino il controllo di certe zone all'Esercito libanese, ma le forze sioniste hanno sempre mostrato di non tenere in minima considerazione le truppe di Beirut, che non hanno esitato a colpire duramente anche durante le recenti ostilità. Se l'Armee Libanaise vuole essere pronta ad affrontare il ritorno di fiamma della minaccia sionista deve procurarsi quanto prima armi ed equipaggiamenti adeguati (che certo non potranno venire dalla Francia e dagli Usa, ma piuttosto dall'Iran, dall'Egitto, dalla Siria) e rafforzare e intensificare il livello di intesa e cooperazione con le forze della Resistenza nazionale, Hezbollah in primis.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento