sabato 17 dicembre 2011

In Egitto dimostranti e Premier si rimpallano l'accusa di essere ricorsi alla violenza


Scontri con vittime al Cairo in quella che si presenta come la più grande recrudescenza di violenza dopo le circa quaranta vittime di novembre. Quello che é singolare in questa situazione é che i manifestanti si sono preparati ad affrontare le forze armate e la polizia militare, come dimostra l'uso di bottiglie incendiare e altri semplici armamenti che, tuttavia, hanno bisogno di essere predisposti in anticipo. Il fatto dà credito alla tesi secondo cui questi scontri sarebbero stati preparati da quei movimenti politici che, nelle due fasi finora trascorse delle lunghe e snervanti votazioni indette dai militari, non hanno visto confermate le loro speranze di affermazione.

Esercito e polizia, oltre che ai consueti manganelli e candelotti lacrimogeni sarebbero ricorsi su larga scala anche ai cannoni ad acqua e persino alle fiamme; diversi testimoni hanno dichiarato che, dopo aver scacciato gli occupanti del "campeggio di protesta" che da tre settimane chiedevano le dimissioni immediate del Consiglio Supremo delle Forze Armate, vi avrebbero di proposito appiccato le fiamme, onde distruggere tende e ripari.

Poche ore fa, durante un intervento televisivo, il Neopremier Kamal Ganzhouri ha accusato i manifestanti di aver premeditatamente attaccato le forze dell'ordine che hanno dovuto 'giocoforza' rispondere per proteggere gli obiettivi che erano stati loro affidati. Ripetendo che gli uomini della sicurezza non attaccherebbero mai protestanti pacifici e disarmati Ganzhouri ha accusato gli organizzatori della protesta di voler far precipitare la situazione, assicurando che contro i dimostranti non sarebbero state usate armi da fuoco.
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