Il Kenya comincia a pagare il prezzo della sciagurata scelta politica dei suoi leader, che hanno deciso di trasformare il loro territorio nel retrofronte e nella base-appoggio dell'aggressione US-raleiana contro la Somalia, portata avanti con increbidile cinismo dal noto criminale di guerra Shimon Peres (una vita passata ad attentare alla pace, prima in Medio Oriente, ora anche in terra africana) e da Barack Obama, improvvidamente insignito del 'Nobel per la Pace' da una Accademia di Svezia che doveva esserci andata giù pesante con la "Absolut".
I guerriglieri musulmani Al-Shabaab, infatti, pur non equipaggiati o addestrati come i militanti di Hamas o di Hezbollah, stanno mostrando che quanto loro manca in training o in materiél sono più che disposti a compensarlo con dosi extra di ardimento, dedizione e ingegno; esemplare, a tal riguardo, la duplice operazione di attacco con esplosivi portata a termine ieri a Mandera e ad El-Wak, che ha colpito, rispettivamente, un distaccamento di Polizia Militare e un convoglio dell'Esercito che da Wajir stava puntando, appunto, sulla cittadina di El-Wak. Entrambe le località si trovano dalla parte Keniota del confine.
Prontamente, i portavoce degli Shabaab si sono fatti avanti rivendicando entrambe le operazioni, indicando come le tecniche di attacco siano state ardite e sofisticate (tutti e due gli esplosivi sono stati attivati a distanza mediante segnali di cellulari modificati) e come gli attacchi dimostrino che l'Esercito keniota non sia in grado di impedire ai guerriglieri somali di operare a loro piacimento oltreconfine. Gli Al-Shabaab hanno anche negato che nel secondo attacco siano stati feriti soltanto due soldati ma che, da quanto osservato da loro subito dopo l'esplosione, il numero delle vittime fosse "almeno" di nove se non più.
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