Il regime di occupazione ebraico ha nuovamente minacciato di non consegnare all'Autorità nazionale palestinese le tasse che raccoglie a suo nome, l'inusuale procedura, lo ricordiamo, é stata inclusa nei fallaci 'Accordi di Oslo' per permettere ai governanti sionisti di mantenere sempre e comunque l'organo di autogoverno palestinese in condizione di minorità, dovendo dipendere da un governo straniero (perdipiù ostile come quello di Tel Aviv) per poter ricevere il denaro necessario a pagare stipendi e spesa pubblica. Il regime di Apartheid ha sempre usato questo sistema per tenere sotto scacco Fatah e il Governo di Ramallah.
Benji Netanyahu e complici pensano di poter ricattare Fatah e la sua leadership facendo loro ritirare la richiesta di ammissione della Palestina all'Assemblea Generale ONU, procedura che non richiede voto al Consiglio di Sicurezza (Dove USA e Inghilterra, fedeli esecutori degli ordini sionisti, metterebbero il veto), ma solo la maggioranza all'Assemblea dei membri, che é più che assicurata. Tuttavia in una inusuale dimostrazione di 'spina dorsale' Abbas ha già fatto sapere che simili minacce non avranno effetto e che il processo in atto all'ONU é ormai 'irreversibile'.
Ogni mese lo Stato ebraico mette le mani su circa cento milioni di dollari di tasse versate dai Palestinesi della Cisgiordania e poi le gira all'Anp di Ramallah, che dal 2007 a oggi é stata totalmente gestita e 'occupata' in ogni suo ganglio dagli uomini di Fatah, dopo il fallimento del loro tentato Colpo di Stato contro il Governo legittimamente uscito dalle libere elezioni del 2006.
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