Membri delle Commissioni per gli Affari Esteri e la Guerra del regime ebraico hanno visitato negli scorsi giorni un centro di addestramento militare dove di preparano le 'nuove leve' dell'esercito di occupazione sionista, protagonisti di innumerevoli abusi, vessazioni, omicidi a sangue freddo, torture e altri crimini ai danni dei legittimi abitanti della Palestina. I commissari di Tel Aviv però non erano lì per una cerimonia o una parata, ma per ascoltare i dati (da loro stessi definiti 'allarmanti') riguardo il rateo di arruolamenti degli ultimi anni e i suoi effetti sulla composizione delle unità.
Il Capo del Direttorato per le Risorse Umane dell'esercito di occupazione, generalessa Orna Barbivai, ha informato i convenuti che secondo le stime del suo ufficio soltanto quattro elegibili su dieci serviranno nei ranghi nel prossimo decennio, chiedendo al Governo di iniziare a studiare misure che limitino le 'scappatoie' dall'obbligo di leva, paventando in caso contrario "una vera e propria catastrofe".
Il Segretario del Comitato, l'ex generale Shaul Mofaz, é stato udito affermare che, con l'attuale declino delle reclute la maggior parte delle unità militari si troverà presto al di sotto dei livelli raccomandati di organico. In vista degli annunciati tagli al budget della difesa, imposti dalla fortissima contrazione dell'economia dello Stato sionista quasi tutti gli impiegati civili dell'esercito dovranno essere licenziati, questo costringerà sempre più uomini in uniforme a dover coprire i loro ruoli, creando una vera e propria crisi di 'manpower', se troppi solati e soldatesse dovessero trasformarsi in scritturali e passacarte chi verrà mandato a bombardare donne e bambini indifesi nella Striscia di Gaza?
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