martedì 6 dicembre 2011

Tribunale sionista costretto per la prima volta ad ammettere: "Torture ai prigionieri palestinesi per estorcere confessioni false!"


Importantissimo precedente alla Corte Marziale di Ofer, dove, per la prima volta nella Storia, un giudice del regime ebraico di Apartheid é stato costretto ad ammettere ufficialmente in un procedimento che gli agenti coinvolti nell'interrogatorio di Ayman Hamida, trentasettenne di Izariya, hanno usato su di lui "violenza e torture" per costringerlo a firmare una falsa confessione mentre si trovava rinchiuso in 'detenzione amministrativa' nella prigione di Ashkelon.
La 'tortura della banana', praticata dallo Shin Bet contro i prigionieri politici palestinesi, provoca la progressiva rottura delle vertebre.
Lo Shin Bet lo sottopose a brutalità tanto terribili che, dopo due mesi di abusi e supplizi, l'uomo pur di farli cessare accettò di firmare una confessione in cui dichiarava di essere colpevole di possesso d'armi, partecipazione a gruppo armato e tentato omicidio. Ora grazie agli sforzi dell'avvocato fornito ad Hamida dal Ministero palestinese per gl Affari dei prigionieri il presidente del tribunale, con le spalle al muro, ha dovuto derubricare tutte le imputazioni, in quanto basate su confessone estorta.

Il legale, di nome Tareq Barghouti, ha dichiarato che, oltre agli abusi e alle sofferenze fisiche i tormentatori sionisti hanno anche impedito ad Hamida, sofferente di problemi psicologici, di prendere regolarmente le sue medicine. Per esercitare ulteriore pressione di lui lo minacciavano di arrestare la sua famiglia e di rapire suo fratello minore e poi torturarlo di fronte ai suoi occhi.

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