sabato 3 dicembre 2016

Kerry e Lavrov ospiti di Gentiloni: l'uno al capolinea, l'altro sulla cresta dell'onda!


Se si vuole avere un'immagine viva dell'enorme ipocrisia con cui viene condotta la politica estera italiana dall'ex-agitatore antinucleare Paolo Gentiloni, ora riciclatosi come maggiordomo degli interessi imperialisti americani, basta osservare la manifestazione MED 2016, organizzata dalla Farnesina e dall'ISPI su precisa volontà e impulso del titolare del Ministero: un fiume di slogan roboanti, "Oltre il Caos, un'agenda positiva" (motto della prima edizione, quella 2015), "Dialoghi mediterranei" e via dicendo.

Nei fatti, nemmeno una favilla, una scintilla che possa ricordare il polso e la fermezza con cui venivano difesi gli interessi geostrategici dell'Italia, penisola protesa al centro del Mediterraneo e aggettante verso il Nordafrica e il Medio Oriente, neppure un baluginio, un barbaglio della grandezza con cui statisti anche molto diversi tra loro (per citarne alcuni Fanfani, Andreotti, Moro, Craxi...) affermavano il Diritto Naturale del nostro paese ad avere rapporti privilegiati col Mondo Arabo e con l'Africa (in specie con nazioni che un tempo erano state colonie italiane).

Allineati e coperti, elmetto NATO in testa e dito sul grilletto pronto a scattare quando il caporale di giornata americano lo ordina, ovviamente con la debordante retorica della "democrazia" e dei "diritti umani" a fare da disgustosa glassa al tutto, particolare stridente e vieppiù sgradevole quando si consideri che la 'kermesse' si tiene alla vigilia del referendum che in Italia vorrebbe togliere sempre più prerogative democratiche (quelle sì) al popolo elettore.

Uno dei pochi punti di interesse di questa manifestazione, la presenza dei capi delle diplomazie Usa e russa, John Kerry e Sergei Lavrov, simboli viventi dei diversi momenti che si stanno vivendo alla Casa Bianca e al Cremlino.

Kerry, che ha di fronte un pensionamento e un tramonto della vita probabilmente da spendere meditando sulle occasioni perdute (specie la sua sconfitta alle presidenziali 2004 contro un battibilissimo Bush Jr.), nasconde l'amarezza e la voglia di essere altrove sotto sorrisi di circostanza, senza peraltro poter evitare che essa emerga di tanto in tanto in gesti ed espressioni; Lavrov, normalmente un algido giocatore di poker, ha proprio il problema opposto; celare sotto la consueta maschera imperscrutabile la palese soddisfazione che si sente quando si è certi di avere in mano tutte le carte migliori per vincere una partita.

Con Aleppo nella fase definitiva della sua liberazione e con un'amministrazione Trump entrante in cui il neopresidente negli ultimi giorni ha dichiarato pubblicamente: "Gli Usa hanno finito di voler rovesciare regimi all'estero" (almeno per quattro anni) é chiaro che il dossier Siria non si chiuderà affatto come Kerry ha insistito per gli ultimi cinque anni "con la caduta di Assad" e che a questo punto sarà interesse precipuo di Lavrov (e per estensione di Vladimir Putin) sistemare le cose in maniera da dare l'idea che più che 'stravincere' offendendo e umiliando il loro grande rivale internazionale i Russi abbiano invece aiutato gli Usa a evitarsi l'ennesimo costoso, sanguinoso e fallimentare intervento militare all'estero.

Questo atteggiamento, automaticamente, farebbe crescere le credenziali interne di Donald Trump, confermando nei fatti che la politica non-interventista sul palco internazionale garantisce agli Usa amicizia e rispetto e libertà per dedicarsi alla soluzione dei problemi domestici, cosa che sarebbe stata impossibile proseguendo sul sentiero del 'Destino Manifesto' e dell' 'Esportazione di Democrazia' come aveva intenzione di fare Hillary Clinton.

7 commenti:

  1. Kerry ha già abdicato! I Russi hanno detto chiaramente che tratteranno con Trump,il resto sono tutte chiacchere di politici che come sempre fanno molto fumo e niente arrosto!
    Inutile stare a perder tempo! Lasciamo che "chiaccherino!

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  2. RT riporta che alla fine il sociopatico kerry ha presentato proposte in linea con quanto richiesto dalla Russia, dunque si è dovuto arrendere, l'idiota, proprio quando è chiaro che non conta più un cazzo, mai visto uno più fallito di kerry.

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  3. Risposte
    1. Meraviglioso articolo Kahani, grazie per avere menzionato Bettino Craxi, politico e statista italiano. I tempi di Sigonella non sono che un ricordo degli antichi fasti di una poliica estera condotta da un fiero italiano. Facciamo un piccolo passo per iniziare a riprenderci la nostra sovranità, votando no ad una indecorosa riforma costituzionale.

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    2. Sigonella e' stata per Craxi la sua fine. L'Italia, prima di ogni cosa, dovrebbe pensare all'indipendenza, dai coloni USA, UK e FR.
      La vipera

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  4. I russi,nei fatti, anno già stravinto .
    È interessante la nuova politica che Trump esprime, se infatti il concorrente principale degli Usa è, correttamente, la Cina, nessun tentativo di ridimensionare la sua gigantesca statura potrà mai aver successo se la Russia è con lei alleata.
    In questo Nixon e Kissinger sono stato dei maestri ed anno ancora molto da insegnare .
    Certamente l'inquinamento della lobby sionista nella politica estera americana non aiuta affatto, l' estensione di altri 10 anni delle sanzioni all'Iran è una vara tafazzata nei propri coglioni, dato che l'accordo è già stato firmato da un pezzo e la Russia, la Cina ed anche l'Europa non torneranno certo indietro.
    Fabio

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  5. Fabio, non per piacere di polemica! Ma non riesco a capire cosa riesca a manipolare la " lobby sionista" in un mondo di 7 milliardi ! A parte negli USA e in Israele, i "sionisti" sono visti di mal occhio dappertutto!!

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