domenica 27 novembre 2011

Il Governo pachistano "sfratta" gli americani dalla base aerea di Shamsi: due settimane per fare i bagagli!


"Quando ci vuole ci vuole", potremmo commentare in questo modo, sintetico ma esplicativo, la decisione del Governo di Islamabad con cui si é data la classica 'two weeks' notice' al personale americano di liberare la base aerea di Shamsi, remoto avamposto al confine tra Afghanistan e Pachistan usato per la 'guerra dei droni' contro la Resistenza afghana. Lo sfratto é stato comunicato appena ieri, come reazione all'attacco che ha ucciso 28 militari pachistani ferendone altri 15 nella regione nordoccidentale di Mohmand.

Che i droni venissero usati anche per bombardamenti in territorio pachistano si sapeva e buona parte dell'opinione pubblica di quel paese é fermamente contraria alla cosa, anche perché spesso e volentieri sotto i razzi e le bombe dei robot-terminator del 'nobel per la pace' Obama finiscono innocenti civili, per i quali nessuno chiede scusa. Ma l'uccisione di militari, in così gran numero, richiedeva un qualche genere di risposta anche perché l'Esercito pachistano, con la familiarità che ha col colpo di stato militare, avrebbe potuto decidere che era il momento di licenziare l'esecutivo civile e riprendere in mano le redini del potere.

Secondo quanto riportato dall'Agenzia France Presse il Governo ha anche chiesto la revisione di tutti gli accordi con gli Usa: diplomatici, militari e di intelligence, in seguito a un meeting straordinario dei Ministri più importanti (Difesa, Interni, Esteri...) con i Capi di Stato Maggiore dell'Esercito, presieduto dal Premier Yousuf Raza Gilani. Dopo l'incontro il Primo Ministro ha convocato l'ambasciatore Usa e ha annunciato che tutti i convogli di rifornimenti per le forze di invasione NATO in Afghanistan sarebbero stati bloccati al confine "fino a quando la situazione non sarà chiarita".

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