Nonostante l'apparente adesione del dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh al piano di transizione elaborato dai regnanti delle monarchie petrolifere del Golfo Persico non si arresta affatto nel paese la "mano pesante" dei suoi scherani nell'affrontare la protesta popolare, per nulla sedata dalla promessa di dimissioni anche perché a esse si accompagnerebbe una del tutto inaccettabile 'immunità retroattiva' contro inchieste e processi, che le opposizioni e i cittadini non hanno alcuna intenzione di accettare supinamente.
Nelle dimostrazioni che si sono tenute negli ultimi due giorni nella città meridionale di Taizz almeno otto persone sarebbero state uccise e una ventina ferite quando truppe ancora leali al Presidente dimissionario hanno cercato di cacciare rappresentanti delle opposizioni e miliziani delle tribù dell'interno dal centro della città, ormai diventato una specie di roccaforte, con un vero e proprio assalto in grande stile che ha però totalmente fallito i suoi obiettivi.
Intanto, per effetto della firma dell'accordo di transizione, il Vicepresidente Abd Rabbo Mansour Hadi (foto) ha nominato il rappresentante della coalizione di opposizione Mohammed Basindwa Primo Ministo a interim, promettendo inoltre che nuove elezioni presidenziali verranno tenute il ventun febbraio 2012. Si aspetta la formazione di un Governo in grado di prendere in mano le redini del paese entro le prossime due settimane.
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