giovedì 1 dicembre 2011

Mishaal: "E' nostro dovere verso il Popolo di Palestina portare avanti la battaglia all'occupazione sionista con ogni mezzo!"


"Repetita iuvant", cara vecchia saggezza latina che non passa mai di moda; certo, ci piacerebbe che anche in una arena complessa e poliforme come quella mediorientale le cose bastasse dirle una volta per ottenere la certezza che il messaggio voluto sia arrivato a chi di dovere in maniera forte e chiara, purtroppo tra i nostri desideri e la realtà esiste ancora un certo qual margine di differenza e, per questo motivo, ripetiamo per la terza volta in quasi altrettanti giorni una dichiarazione di un alto dirigente di Hamas, anzi, del più alto in grado in assoluto, il Segretario del Politburo Khalid Mishaal, per rassicurare tanto i nostri sostenitori quanto i nostri avversari una volta per tutte che, nella maniera più assoluta, l'incontro di venerdì scorso al Cairo con la leadership di Fatah non ha segnato l'inizio di nessun percorso di 'ammorbidimento' delle posizioni della Resistenza musulmana, né tantomeno ha segnato decisioni contrarie o temporeggiatrici nella decisa prosecuzione delle operazioni di lotta armata.

Parlando ai microfoni del sito-web "Sudaneseonline" durante la sua breve permanenza a Khartoum (dove ha incontrato il Presidente Omar Bashir) Mishaal non ha nascosto che il cammino ancora da percorrere in direzione di una effettiva riconciliazione e di una radicale ristrutturazione dell'OLP é ancora lungo e lo spettro del fallimento, di un nuovo 'impantanarsi' del processo non é stato definitivamente esorcizzato ma che tuttavia, anche basandosi sulle sue esperienze precedenti di meeting poi rivelatisi infruttuosi e di accordi sfumati, non vi sono ragioni per dichiararsi aprioristicamente pessimisti, soprattutto tenuto conto di quanto intensamente la popolazione di Gaza e soprattutto della Cisgiordania (sottoposta quotidianamente agli aribitri e agli abusi dei coloni ebrei e delle forze di occupazione militare) desideri una definitiva ricomposizione del fronte politico interno palestinese.

Meno che nulle sono le preoccupazioni riguardanti 'reazioni negative' all'accordo da parte di Tel Aviv, come Mishaal subito giustifica: "L'occupazione sionista é sempre stato il nostro Nemico Numero Uno; sono stati i sionisti a invadere, attaccare, massacrare, deportare la nostra gente e la sua terra, dai sionisti non possiamo mai aspettarci altro se non ostilità e offese, se dovessimo iniziare a pensare come agire per provocare in loro una reazione 'positiva' ci ridurremmo all'inazione. E' nostro dovere verso il nostro popolo di portare avanti la battaglia contro i sionisti con ogni mezzo necessario: sia esso di resistenza civile passiva o di lotta armata, di iniziativa diplomatica internazionale o di riconciliazione interna con le altre fazioni e gli altri partiti palestinesi".
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