Manifestanti giordani hanno bloccato il centro della capitale ascemita, Amman, protestando contro l'abulia che, dopo alcune dichiarazioni tanto clamorose quanto superficiali, sembra avere avvolto e paralizzato l'azione del nuovo gabinetto di Governo presieduto da Awn Khasawneh, che da alcune settimane ha preso il posto di Marouf Bakhit, costretto alle dimissioni dopo mesi di dimostrazioni e scontri.
"La nostra domanda di riforme continua e si intensifica perché non abbiamo visto ancora niente che soddisfi le nostre richieste, vogliamo modifiche alla Costituzione, la fonte del potere e della legittimità in questo paese deve essere l'opinione pubblica, non il favore del Sovrano", ha dichiaro Jamal Abu Bakr, portavoce della potente branca giordana della Fratellanza Musulmana.
Oltre ad Amman il Fronte d'Azione della Fratellanza ha organizzato marce e dimostrazioni anche a Karak, Tafileh e Ma'an. Ancora oggi, pure dopo le parziali (e insoddisfacenti, a sentire i manifestanti) riforme approvate da Re Abdallah II in Giordania il Premier viene 'nominato' dal monarca anziché venire eletto direttamente dal popolo.
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