sabato 17 marzo 2012

"Chi sputa in cielo gli ricade in testa", terrorismo fomentato da Sion in Siria permette alla Jihad Islamica di potenziare l'arsenale!


A dimostrazione di come tutte le vicende del Medio Oriente arabo e musulmano siano strettamente interconnesse e come tutte le instabilità e le violenze che travagliano la regione debbano essere in ultimo ricondotte e riconosciute come aventi la loro causa prima nell'invasione e nell'occupazione della Terra di Palestina da parte dell'illegittimo regime sionista, proponiamo ai nostri lettori uno spunto di valutazione e riflessione politica e strategica secondo noi non banale. Nel corso di un comunicato rilasciato nella giornata di ieri il dirigente Abu Ibrahim delle Brigate Al-Quds, braccio armato del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, ha dichiarato che l'organizzazione ha ormai a disposizione ordigni capaci di coprire distanze tra i sessanta e i cento chilometri e che, se l'occupazione sionista dovesse prendere nuovamente di mira dirigenti della Resistenza a Gaza (non solo membri della Jihad, dirigenti di ogni gruppo), allora non esiterà un secondo a lanciarli contro Tel Aviv.

Questa dichiarazione non é una vuota minaccia, il curriculum delle Brigate Al-Quds, ne é testimonianza affidabile, ed é spiegabile soltanto con un decisivo potenziamento dell'arsenale dell'organizzazione che soltanto nel corso delle ultime operazioni di rappresaglia contro i brutali bombardamenti sionisti é riuscita a scagliare contro legittimi obiettivi militari e installazioni di fanatici coloni ebrei armati qualcosa come 180 razzi. La cosa ironica, che ha ispirato lo stesso irriverente titolo che si può leggere qui sopra é che la molla primaria di questo decisivo rafforzamento delle capacità di risposta militare della Jihad Islamica é da ricercarsi nelle complotto e nella manovra antisiriana cui, insieme con i Sauditi, i Qatariani, i Francesi e gli Americani i sionisti dell'Apartheid si sono dedicati tanto intensamente negli ultimi mesi.

Infatti, nei momenti più difficili passati dalla Siria di Assad quando era sottoposta agli attacchi e agli attentati dei takfiri di Al-Qaeda, gli uomini di Hezbollah e i loro contatti e collegamenti con l'Esercito di Damasco si sono adoperati per svuotare gli arsenali e i depositi di materiale che l'organizzazione sciita libanese manteneva nella vicina Repubblica araba come misura cautelare contro eventuali attentati o addirittura saccheggi da parte di forze ostili, trasportandoli in sicurezza oltre il confine internazionale e ricollocandoli in località segrete nella Vallata della Bi'qa e nel Libano meridionale. Ovviamente queste armi e questi equipaggiamenti (di grande potenza ed elevata sofisticazione) dovevano essere collocati da qualche pare e, per creare lo spazio adatto, tutta una serie di ordigni meno avanzati sono stati spostati e veicolati verso la Striscia di Gaza, dove sono stati donati soprattutto ai Comitati Popolari di Resistenza e, appunto, alle Brigate Quds della Jihad.
Rappresentazione grafica dei raggi operativi dei razzi sparati da Hezbollah contro l'occupazione sionista nell'estate 2006.
Un razzo da battaglia Fajr-3 o Fajr-5 non é che una piccola risorsa per Hezbollah, ma costituisce un'arma di alto profilo e grande potenziale per le più 'casalinghe' milizie palestinesi, che pur cercando di imitare gli sciiti libanesi nelle tattiche e nei modi devono ancora compiere molta strada prima di eguagliare in potenza ed efficienza quella formidabile organizzazione. Adesso, per un bizzarro 'rimbalzo' dei suoi tentativi di aggressione e diffusione del terrorismo e della violenza il regime ebraico si é trovato a mettere indirettamente in mano ai suoi avversari palestinesi armi ancora più potenti di quelle che avevano prima. Speriamo che vengano usate con abilità ed effetti del tutto simili a quelli che abbiamo potuto ammirare nel corso del conflitto dell'estate 2006.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento