sabato 17 marzo 2012

Imponente manifestazione a Tunisi per chiedere l'applicazione della Legge Coranica nella nuova Costituzione!


Dozzine di migliaia di persone si sono radunate di fronte alla sede dell'Assemblea Costituente tunisina, eletta lo scorso 23 ottobre con la fortissima affermazione del Partito del Rinascimento musulmano (Ennahda), domandando il riconoscimento del Corano come 'Fonte primaria del Diritto' nella nuova Carta in fase di elaborazione per sostituire quella in uso al tempo delle dittature 'laiciste' di Bourghiba e di Ben Ali e per dichiarare a gran voce che, se il nuovo documento costituzionale non includerà chiari e limpidi riferimenti alla natura musulmana del Paese e al ruolo guida dell'Islam nella sua Storia e nella sua società allora la popolazione non vi riconoscerà alcuna legittimità e non si sentirà vincolata da essa.

"Vogliamo l'Islam, vogliamo la shariah" "Né laicista né secolare, la Tunisia chiede di essere islamica" e "Dal Sacro Corano, una Costituzione giusta" erano gli slogan scanditi e ritmati dalla moltitudine ed echeggiati anche dagli striscioni e dai cartelli portati dai dimostranti. Il processo di scrittura della Costituzione é in fase di sviluppo e il nuovo documento dovrebbe venire presentato nella seconda metà del 2012, secondo alcune fonti bene informate all'incirca durante l'estate.
Attualmente la Tunisia é guidata da una coalizione che vede l'Ennahda come partito di maggioranza con 90 seggi su 217 a sua disposizione, alleata con i partiti del Congresso della Repubblica (socialdemocratico) e del Forum del Lavoro e della Libertà 'Ettakatol' (Socialista e Nazionalista); queste due forze politiche benché non ispirate religiosamente riconoscono il primato dell'Islam nella Storia e nella Cultura tunisina e vogliono che i principii musulmani siano enunciati e rispettati nella vita pubblica.

I 'laicisti arrabbiati' del PDP, il fasullo partito di "opposizione di regime" tollerato da Ben Ali, duramente castigati al voto (ricevendo appena 17 seggi) si sono detti contrari a ogni riferimento alla religione nella Carta costituzionale ma non rappresentano niente a livello parlamentare o popolare.
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