Era un'operazione ambiziosa e di ampio respiro, per i mercenari takfiri dell'ISIL foraggiati dall'Arabia Saudita: approfittare del temporaneo controllo di una fonte di carburante in territorio siriano per rifornire e rivitalizzare le cellule dell'insorgenza wahabita nella Provincia di Anbar, in Irak, dove ormai da quattro mesi le truppe di Nouri al-Maliki non concedono tregua ai criminali stranieri, aiutate nella pugna anche dalle tribù e dai clan sunniti locali, ormai totalmente avversi al messaggio di odio settario dei ceceni e dei daghestani dell'ISIL.
Ma i terroristi qaedisti non avevano tenuto conto delle sempre più vaste capacità operative delle forze armate irakene, ormai in grado di padroneggiare tutti gli ambiti del campo di battaglia moderno e sempre più dotate di armi moderne ed efficienti grazie anche all'aiuto russo e iraniano.
Le "gunship" ad ala rotante di Bagdad infatti sono piombate sul convoglio di otto autocisterne terroriste quando esse ancora si trovavano in territorio siriano e si stavano dirigendo verso il confine con l'Anbar e, in una serie di rapidi e precisi passaggi, le hanno trasformate tutte in carcasse ardenti, sterminando la loro scorta e distruggendo migliaia di metri cubi di carburante nel processo.
L'attacco é avvenuto nei dintorni di Wadi Suwab; secondo la dichiarazione in merito del Generale irakeno Saad Maan in questa occasione, vista l'urgenza con cui si é dovuto operare, non é stato possibile coordinare l'intervento aereo irakeno con le autorità di Damasco, ma si può immaginare come tale 'violazione' dello spazio aereo siriano sia stata più che bene accetta dal Governo del Presidente Assad.
Ci auguriamo che presto le aviazioni di Bagdad e di Damasco possano cooperare da una parte e dall'altra delle frontiere comuni per spedire sempre più takfiri di fronte al loro Giudice Ultimo!!
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