Una moschea sciita intitolata all'Imam Hussein a Dammam, in Arabia Saudita, é stata fatta oggetto di un attentato esplosivo durante le preghiere del venerdì quando era stipata di fedeli, rispetto all'attacco avvenuto ad Al-Qadeeh, nella zona di Qatif, la settimana scorsa si contano 'solo' quattro morti.
Appena diffusa la notizia dell'esplosione diverse fonti già attribuivano "all'ISIS" la responsabilità di questa nuova aggressione settaria; se é vero, l'addebito vuol dire semplicemente una cosa, che ormai il regime wahabita di Riyadh sta lasciando libertà d'azione ai criminali del Daash sul suo territorio, sperando di riuscire a 'usarli' per reprimere e terrorizzare la propria consistente minoranza sciita.
Non siamo certo i primi a dichiarare che sperare di riuscire a 'usare' fanatici takfiri come 'instrumentum regni' é un gioco d'azzardo estremamente rischioso, e che molti altri attori della scena politica mediorientale ci si sono dolorosamente scottati. Ma si sa, i sauditi di Riyadh non é che brillino per acume.
sono "addormentati" dai petrodollari ed inoltre da loro è uscito quella buona lana di Osama Bin Laden e la sua Al-Queda.
RispondiEliminaCiò conferma chiaramente quello che si conosce da sempre: i soldi di Al Queda ed ora anche quelli dell'ISIS provengono dall'Arabia Saudita e dal Quatar .Gli USA conoscono benissimo la cosa, però la lobby delle armi conosce solamente l'odore dei soldi..tutto il resto non gliene frega niente!Così da una lato passano armi ai Sauditi e dall'altro combattono Al Queda....una buffonata!
Sono quasi certo che questa serie di vili attentati della 'coalizione' Arabia Saudita - ISIS non farà altro che UNIRE gli sciiti ed i veri sunniti (come in Yemen) per distruggere quella maledetta dinastia di serpi.
RispondiEliminaTommaso Baldi