giovedì 24 febbraio 2011

"L'Egitto libero da Mubarak spezzerà l'assedio sionista, marcerà verso Gaza e dopo verso Gerusalemme!"



I giovani protagonisti della Rivoluzione egiziana, artefici della caduta di Mubarak e del termine di un umiliante asservimento del paese ai voleri di Usa e Israele, durato per oltre trent'anni, dichiarano e assicurano che la fine della tirannia del Cairo é stato soltanto l'inizio di un lungo processo di lotta e cambiamento che porterà sicuramente il popolo egiziano a riprendersi il Sinai, infrangere l'assedio israeliano contro Gaza e, eventualmente, a marciare su Gerusalemme, assediata né più né meno della Striscia costiera.

Ahmed Bahauddin Shaban, fondatore del Movimento egiziano per il Cambiamento (Kifaya), ha affermato: "Abbiam preso parte a una vera e propria battaglia fra il popolo d'Egitto e il regime corrotto che credeva di poterci tenere in soggezione, ma, naturalmente, ha fallito non appena ci siamo uniti tenacemente e abbiamo saputo resistere ai suoi colpi di coda e ai suoi stratagemmi disperati. Tuttavia c'é ancora molto, moltissimo da fare e non potremmo dire di aver costruito una vera e reale democrazia se non cercassimo di condividere questa conquista, questo premio con i nostri vicini".

Con "vicini" Shaban intende naturalmente i libici, verso i quali in queste stesse ore si rivolgono i pensieri, le preghiere, gli auguri degli egiziani: davanti all'ambasciata della Jahmahiryia al Cairo si sono tenute già diverse dimostrazioni, con slogan che associavano Gheddafi a Mubarak, che ne svillaneggiavano la sua 'resa' all'occidente e le gigionesche manie di grandezza; ma in Libia, attraverso la cittadina di Marsa Matruh (già teatro di sanguinose battaglie ai tempi della Seconda Guerra Mondiale) stanno transitando anche medicinali, cibo e altre provviste per le zone ribelli liberate di Bengasi e Tobruk e per tutta la Cirenaica.

"Anche la popolazione di Gaza beneficerà della nuova situazione egiziana e dei cambiamenti che essa porterà, perché presto metteremo termine al suo ingiusto strangolamento, la fratellanza fra Gaza e l'Egitto verrà rinnovata in un deciso dietro-front dalle pratiche dell'era Mubarak, quando la moglie dell'autocrate, Madama Suzanne, si commuoveva per i bambini della Striscia e teneva galà e banchetti di beneficenza, ma poi la "vacca che ride" manteneva ben serrata la morsa sul varco di Rafah per compiacere Tel Aviv.

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