Noam Shalit, padre del prigioniero, ha comunicato alla radio israeliana di "averne abbastanza di scuse e giustificazioni", e di "pretendere" che Netanyahu acconsenta alle richieste pervenute da parte Palestinese per assicurare un pronto rilascio di suo figlio, che avrebbe potuto essere liberato mesi e mesi fa, attorno al quarto anniversario della sua cattura.
Il comunicato della famiglia Shalit é stato esteso nel 1700esimo giorno di prigionia di Gilad, la cui esistenza in vita e in normali condizioni di salute é stata a più riprese confermata dai suoi catturatori tramite l'invio di tre lettere di suo pugno, di una audiocassetta con incisa la sua voce e di un DVD contenente una sua sequenza filmata.
In cambio della liberazione del prigioniero il fronte della Resistenza palestinese, guidato dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, che hanno materialmente portato a buon fine l'audace cattura, ha richiesto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi minorenni e di tutte le donne palestinesi incarcerate da Israele, prigionieri che, a differenza di Shalit, vengono quotidianamente sottoposti ad abusi, indegnità e torture psicologiche (specialmente la molestia sessuale e la minaccia di stupro, costantemente paventata alle donne e alle ragazzine).
Il caporale Shalit delle forze armate sioniste venne catturato con un attacco coordinato al mezzo corazzato da cui la sua squadra si stava preparando a violare il territorio della Striscia di Gaza per spargere il terrore nella popolazione palestinese e contribuire allo stillicidio di attacchi e raid che continuano anche oggi contro i cittadini dell'enclave costiera: nell'attacco due soldati sionisti vennero uccisi e altri tre feriti.
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