Il motivo sta nel fatto che Monsignor Doany, che risiede da anni a Gerusalemme, avrebbe fatto da garante per famiglie di Palestinesi che hanno potuto, grazie al suo intervento, acquistare regolarmente delle case e degli appartamenti a Gerusalemme Est da proprietari ebrei, in maniera da non poter essere sfrattati.
Nei progetti di giudaizzazione forzata di Gerusalemme che lo Stato dell'Apartheid porta avanti con inusitata violenza un ruolo molto importante hanno gli sfratti e le evizioni, che permettono di cacciare ogni anno centinaia e centinaia di famiglie palestinesi dalla Città santa in maniera da creare "spazio vitale" da far riempire a sciami di coloni ebrei fondamentalisti.
In una recente intervista telefonica il Vescovo Doany ha dichiarato che ciò che ha fatto é perfettamente legale e regolare e che lo rifarebbe mille volte e che ha tutte le intenzioni di portare il suo caso di fronte alle più alte autorità giudiziarie per ottenere la revoca di ogni addebito e il rinnovo del permesso di soggiorno, che gli é dovuto in base agli accordi stipulati tra Tel Aviv e la sua Chiesa.
Da questo evento si evince che la politica di minacce e intimidazioni sioniste contro leader religiosi che hanno il coraggio di combattere le pratiche israeliane di Apartheid e persecuzione etnica non é limitata a qualche 'barbuto sceicco islamico', ma colpisce anche bianchissimi e cristianissimi vescovi anglosassoni 'colpevoli' secondo la distorta mentalità sionista, di difendere il diritto di famiglie che DA SEMPRE hanno vissuto in Palestina di rimanerci anziché doversi trasformare in profughi per 'fare spazio' a qualche violenta tribù di settler appena scesi dall'aereo.
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