Nell'isola di Bahrein i pesanti scontri fra manifestanti ed esercito sembrano avere avuto termine e i dimostranti che domandano la cacciata della dinastia sunnita attualmente al potere su una popolazione al settanta per cento composta da musulmani sciiti hanno finalmente occupato piazza delle Perle facendone "la loro Tahrir", erigendo tende e preparandosi ad occuparla a lungo, anche difendendola se fosse necessario. Una delegazioni di politici "di opposizione" (l'opposizione addomesticata che venive 'consentita' dalla famiglia Al-Khalifa) ha incontrato il popolo accampato, notando subito di essere stata "superata a sinistra" visto che i manifestanti hanno diffidato i visitatori di aprire un qualunque processo negoziale con il sovrano, che loro vogliono vedere detronizzato ed esiliato.
Molto più preoccupanti invece le notizie dalla Libia, dove, dopo giorni di durissimi scontri l'intera Cirenaica sembra essere totalmente al di fuori del controllo governativo, dopo che reparti militari mandati a contribuire alla repressione hanno invece solidarizzato con gli insorti; come si ricordava in un post precedente questo é uno dei motivi per cui in Egitto l'esercito di Mubarak rese ben chiaro che non avrebbe impugnato le armi contro i dimostranti, visto che i coscritti degli eserciti arabi, al contrario degli ufficiali ben pagati e regaliati di ampie opportunità di 'arrotondare' si sentono spesso più vicini a chi protesta che non a chi dà loro ordini. La possibilità di una vera e propria guerra civile libica non si é allontanata dopo il bizzarro e minaccioso discorso del figlio di Gheddafi che, in assenza di suo padre (letteralmente scomparso dalla circolazione, forse già fuori dal paese) ha accusato 'estremisti islamici' e 'drogati' di voler portare alla rovina il paese. Il discorso di Saif Gheddafi, definito 'incoerente' e 'sconclusionato' non ha offerto alcuno spiraglio di una composizione della situazione, magari sotto un nuovo e più giovane 'Rais'.
Chiudiamo con una panoramica di foto di leader occidentali in compagnia di Gheddafi che, a partire dagli anni '90, si era riciclato con successo da baluardo del panarabismo guerrigliero a partner privilegiato dell'Eliseo, di Downing Street e, soprattutto, di Palazzo Chigi.
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