Il vice Primo Ministro sionista, Silvan Shalom, ha compiuto una grave gaffe affermando, in una dichiarazione ufficiale davanti a giornalisti, che il mondo occidentale avrebbe 'fallito' nel 'sostenere e appoggiare i propri alleati' in Egitto, Tunisia e ora in Libia, perdendo 'posizioni' in tutto il Nordafrica.
Forse il cruccio e l'insoddisfazione di essere 'secondo' di una figuretta tanto patetica e inconsistente come quella di Benji Netanyahu ha avuto la meglio dell'aplomb e del senso della proprietà e dell'opportunità politica di mr. Shalom, fatto sta che, nella recente 'esternazione' egli si é lasciato sfuggire ciò che alcuni sapevano e molti sospettavano, ma che 'per buona educazione' pochi finora avevano osato mettere in luce: Israele considera buoni alleati da sostenere regimi tirannici e liberticidi, che non si fanno problemi a usare il terrore politico, le stragi di stato sotto falsa bandiera, la tortura e persino la forza militare contro il popolo indifeso pur di rimanere al potere.
Coerente con le sue profonde radici e fondamenta autoritarie e razziste Israele si dice a favore della 'democrazia' solo quando gli comoda: se il popolo 'minaccia' di avvicinarsi a scelte e posizioni non gradite a Tel Aviv esistono sempre gli autocrati, le polizie segrete, le camere di tortura e qualche 'salutare' raffica di mitra (o bombardamento) contro la folla.
Ovviamente, una volta resosi conto di avere parlato troppo e troppo chiaramente Shalom, realizzando di non poter fare marcia indietro, ha quantomeno dato prova di una certa scaltrezza (che però non può mai fare totalmente le veci dell'intelligenza), tentando di agitare lo spauracchio dell' "Uomo nero di Teheran" invitando (o ordinando?) a Europa e Stati Uniti di 'fare attenzione' e 'contrastare' i tentativi della Repubblica iraniana di 'giocare un ruolo attivo' nelle Rivoluzioni arabe in corso in Egitto, Libia e Tunisia, paventando "un piano iraniano per controllare le riserve strategiche del Medio Oriente".
Quali fonti, dati e indizi abbia mr. Shalom, occhialuto burocrate di Tel Aviv (nato però a Gabes, Tunisia), per poter denunciare presunti 'complotti internazionali' tessuti da Khamenei e Ahmadinejad, non é dato sapere.
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