domenica 20 febbraio 2011

I massacri in Bahrein ordinati direttamente da Washington e Londra per difendere le basi aeronavali Usa nell'isola!



Mentre i mistificatori dell'informazione venduta agli interessi imperialisti e sionisti, i famigerati chef delle 'polpette avvelenate' cercavano disperatamente di 'inventarsi' un'altra improbabile "rivoluzione verde" in Iran a partire dalla gazzarra di poche dozzine di persone e la patetica, ridicola foto di un cassonetto bruciato, l'ondata di Rivolta anti-colonialista e anti-imperialista si estendeva a scuotere un altro pilastro del dominio angloamericano in Medio Oriente, l'isola di Bahrein.

Una volta rinomata solo per la pesca delle perle (ne parlò persino Marco Polo nelle sue memorie) è oggi un bastione strategico della ragnatela a stelle e strisce che avviluppa il Medio Oriente per tenerlo soggiogato e per succhiare le sue risorse naturali a esclusivo vantaggio dei vampiri di Wall Street e altri consimili parassiti, e, grazie al Quartier Generale della Quinta Flotta Usa, é una base d'appoggio indispensabile per qualunque iniziativa militare contro la Repubblica Iraniana.

Seguendo alla lettera il manuale per il controllo neocoloniale del Terzo Mondo gli Stati Uniti hanno individuato il gruppo etnico/sociale/religioso minoritario dell'isola e lo hanno messo a capo di una popolazione che ne é separata da notevoli differenze (il 30 per cento degli abitanti é musulmano sunnita contro il 70 per cento di sciiti), in modo che la minoranza al potere, per rimanervi e per resistere alle richieste della maggioranza, si leghi sempre più disperatamente ai suoi padroni imperialisti yankee.

Visto che la politica di reazioni graduali di Ben Ali e di Mubarak ha portato a risultati disastrosi questa volta gli imperialisti, nello specifico grazie all'ex-agente britannico Ian Henderson, "consigliori" di Sicurezza di sua maestà Hamad al-Khalifa e per i trent'anni precedenti Capo dei Servizi locali, hanno suggerito una terapia "shock and awe" che si é tradotta subito in un bagno di sangue con raffiche di mitragliatrice partite dai carri armati americani M60A3 e dai blindati M113 e indirizzate ad altezza d'uomo, senza colpi d'avvertimento, senza inviti a disperdersi od arretrare, contro la folla di dimostranti che avanzava verso piazza delle Perle, per occuparla come piazza Tahrir era stata occupata dai manifestanti del Cairo.



Con la situazione tuttora fluida e in costante evoluzione é chiaro che un blog come PALAESTINA FELIX non possa coprire le notizie che arrivano dal Golfo Persico a ciclo continuo, riservandosi perciò il compito di fare "il punto" della situazione man mano che svolte decisive modifichino sensibilmente l'equilibrio delle forze in campo, esattamente come abbiamo fatto nel caso dei movimenti tunisino ed egiziano; vogliamo che fin dall'inizio però i nostri vecchi e speriamo anche nuovi lettori abbiano ben chiaro in mente che gli attuali movimenti di protesta per la Democrazia non siano "venuti su come funghi" dall'oggi al domani sulla scorta unicamente dell'esempio delle manifestazioni nordafricane, come dice il dirigente del fronte bahreini per la democrazia in esilio a Londra, Saeed al-Shahabi, la cui voce si può sentire nel primo video: "Abbiamo richiesto un dialogo per le Riforme almeno da dieci anni, senza risultato, e ora, dopo aver sparato sulla nostra gente, all'undicesima ora, il Re e i suoi parenti vorrebbero 'dare il via a un dialogo nazionale' per evitare le peggiori conseguenze dei loro atti criminali".

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