Secondo la testimonianza di alcuni avvocati per i Diritti umani, che avrebbero raccolto testimonianze in proposito durante le loro visite a detenuti minorenni nelle carcere israeliane, un ragazzino palestinese tenuto nel carcere di Etzion avrebbe subito un tentativo di violenza sessuale da parte di agenti dello Shin Bet, la polizia politica del regime sionista.
Dopo il tentativo, gli agenti dello Shin Bet avrebbero detto al ragazzino che non sarebbe riuscito a sottrarsi alle loro "attenzioni" per sempre e che se avesse voluto firmare una confessione dove accusava altri suoi coetanei di avere 'lanciato pietre' contro le forze di occupazione israeliane, sarebbe potuto uscire di prigione in brevissimo tempo.
Il regime dell'Apartheid israeliano é famigerato per le condizioni umilianti e disumane in cui tiene i detenuti palestinesi, anche minorenni, costretti in celle piccolissime, buie e malsane, negando loro le visite di genitori e parenti nemmeno fossero ergastolani pericolosi.
Accusati di 'lancio di pietre', la maggior parte dei detenuti minorenni palestinesi sono in realtà stati fermati mentre giocavano in strada, mentre andavano a scuola o addirittura rapiti durante raid sionisti nelle loro case. Gli israeliani si meritano benissimo l'appellativo di "ladri di bambini".
Diverse associazioni internazionali per i Diritti umani hanno confermato che secondini e agenti dello Shin Bet spesso usano la prospettiva della violenza sessuale come arma di tortura psicologica per estorcere confessioni preconfezionate ai detenuti palestinesi, anche bambini e ragazzi.
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