giovedì 24 febbraio 2011

Lo Sceicco Salah, rapito da Israele, é rinchiuso nella galera di Moskobiya "per aver bruciato un cespuglio"!


Dopo ore di angosciosa incertezza, in cui ogni secondo poteva portare la notizia che lo Sceicco Raed Salah, storico leader del Movimento musulmano in Israele, poteva essere stato rinvenuto cadavere dopo essere stato letteralmente rapito in mezzo alla strada dopo un sit-in di protesta nel quartiere arabo di Silwan, finalmente l'avvocato Khaled Zabarka, incaricatosi ufficialmente della difesa del leader religioso palestinese, ha potuto comunicare di conoscere il luogo ove é tenuto prigioniero.

Si tratta della galera sionista di Moskobiya/Maskobeh, luogo di patimento e tormenti per centinaia di figli della Palestina, dove i prigionieri vengono regolarmente sottoposti a torture e abusi al di fuori di ogni legalità e controllo internazionale, come in una piccola, sconosciuta Abu Ghraib.

Sono dozzine e dozzine i Palestinesi che ogni anno muoiono nelle carceri israeliane, spesso per le conseguenze dei pestaggi o per la totale assenza di ogni forma di assistenza medica per i loro problemi di salute pregressi, per quelli sviluppati a causa dell'insalubre vita di prigionia o, addirittura, per la deliberata sperimentazione da parte israeliana di farmaci pericolosi che essi ricevono mescolati a cibo e acqua.

Zabarka ha denunciato l'operazione israeliana di rapimento dello Sceicco come "totalmente illegale e criminale" e ha liquidato come un "puro e semplice pretesto" l'accusa elevata contro di lui di aver 'bruciato un cespuglio' durante una sua visita di solidarietà alla comunità beduina di Araqib, che recentemente ha visto il proprio villaggio demolito per la diciannovesima e ventesima volta dai miliziani sionisti che vorrebbero cacciarli dalla terra che abitano da sempre, nel Negev.

Anche il Movimento di Resistenza Hamas non ha tardato a far sentire la sua voce in merito alla vicenda-Salah: in un comunicato rilasciato poco prima delle dichiarazioni del suo difensore l'organizzazione ha dichiarato che lo Stato ebraico é "pienamente e unicamente responsabile" dello stato di salute del religioso e che il suo "patetico tentativo" di interrompere e impedire il suo impegno a contrastare l'occupazione e la giudaizzazione forzata di sempre nuovi settori di terra palestinese si risolverà "in un nulla di fatto".



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