martedì 29 marzo 2011

Nuova legge anti-palestinese approvata in Israele: lo Stato ebraico diventa più razzista ogni giorno che passa!


Con trentasette voti contro dieci la Knesset, il Parlamento dello Stato ebraico dell'Apartheid, ha trasformato in legge l'ennesimo provvedimento razzista mirato a perseguitare i cittadini palestinesi, contro cui ormai é un atto una vera e propria opera di repressione e segregazione che mira, in ultimo, alla completa 'pulizia etnica' dei territori occupati con la 'Nakba'.

Adesso sarà possibile, per il regime di Tel Aviv, negare ai suoi cittadini palestinesi le protezioni e le garanzie che, in una democrazia, dovrebbero essere assicurate a ogni abitante; per i Palestinesi queste si trasformano in un 'privilegio', concesso a malavoglia e a malincuore dalla 'Razza padrona' ebraica agli 'Untermenschen' arabi e suscettibili in ogni momento di venire revocate, se questi mostrano troppo orgoglio, troppa voglia di resistere e reagire alle mille angherie che, in virtù di dozzine di altre leggi e codicilli razzisti, ne costellano e punteggiano la vita quotidiana.

Proposta dal partito fascista d'ultradestra di Avigdor Lieberman, la legge diventerà presto effettiva, sancendo un ulteriore gradino nella discesa di Israele da stato 'pseudo-democratico' a vera e propria dittatura razziale. Ovviamente ammantata di giustificazioni "di sicurezza" e "anti-terrorismo" la legge é stata già scevrata di ogni pretesa di equanimità durante la sua stessa discussione in aula quando, rispondendo a mezza bocca a un'interrogativo posto dai membri palestinesi della sessione, i suoi estensori hanno ammesso che 'ovviamente' la revoca della cittadinanza per 'terrorismo' non si applicherà a Yigal Amir, il terrorista ebreo dell'ultradestra religiosa che si macchiò del sangue del Primo Ministro Yithzak Rabin.

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