giovedì 17 novembre 2011

Riunione d'emergenza del Governo kuwaitiano convocata dall'Emiro, la popolazione continua a ribellarsi!


Secondo quanto riportato dall'Agence France Presse il Consiglio dei Ministri kuwaitiano si sarebbe riunuto in una sessione d'emergenza convocata in fretta e furia dallo Sciecco Sabah al-Ahmad al-Sabah, Emiro e sovrano del piccolo ma ricchissimo stato del Golfo, a seguito della intensità senza precedenti delle manifestazioni popolari contro le accuse di corruzione al settantunenne nipote dell'Emiro, lo Sceicco Nasser, che avrebbe usato fondi pubblici per corrompere parlamentari indipendenti o di opposizione.

I dimostranti continuano a occupare le piazze dopo essersi scontrati almeno due volte con le forze di polizia dell'emirato, che in ultimo hanno permesso loro di presidiare i dintorni del Parlamento (preso d'assalto nella prima ondata di proteste) ma non di proseguire verso la residenza di Premier per chiederne le dimissioni definitive. Diciamo 'definitive' perché nei suoi finora cinque anni di incarico Nasser Mohammed al-Ahmed al-Sabah si é dimesso sei volte ma, dopo nuove elezioni parlamentari é sempre stato rimesso in sella dallo zio regnante.

Il Kuwait ha istituti democratici ancora giovani e imperfetti, fino a tutti gli anni '80 non esisteva nulla di simile a una assemblea rappresentativa o un Governo; la famiglia reale amministrava lo Stato come cosa propria e si avvaleva di consulenti stranieri per le materie finanziare e tecniche, l'altissimo tenore di vita garantito ai pochi abitanti dalle rendite petrolifere sembrava un ottimo anestetico contro la mancanza di Democrazia. Dopo l'invasione irakena del 1990-91 però l'Emiro venne amichevolmente costretto da Bush Sr. a 'concedere' un Parlamento che dapprima meramente accessorio si é caricato via via di prerogative prima di esclusivo appannaggio di Sua Altezza.

Però attraverso la ratifica degli atti della Camera e del Governo e tramite il potere di nominare i capi di quest'ultimo vediamo che la capacità di manovra dell'Emiro nelle questioni politiche rimane sempre molto rilevante.
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