Così, parallelamente, mentre Tel Aviv e gli Afrikaner di Pretoria stringevano legami cementati da armi, lezioni di spionaggio e tortura e persino proliferazione atomica ed esperimenti nucleari, dall'altra parte della barricata (quella della Giustizia e dell'Umanità) si cementava la solidarietà tra oppressi che sapevano di lottare contro l'arbitrio e la violenza per imporre su di esse la Forza del Diritto. Così, nonostante il grave errore strategico commesso da una parte del fronte palestinese nel rinunciare alla lotta armata e "riconoscere" il regime dell'Apartheid (errore che Mandela e colleghi non commisero mai, rifiutando pervicacemente di scartare l'opzione militare) è stato più che logico che, nella stessa giornata in cui il Presidente sudafricano Jacob Zuma ha acceso una fiamma commemorativa che brucerà per tutto il 2012 siano pervenute al suo ufficio anche le congratulazioni e gli auguri di tutte le più importanti fazioni palestinesi.
Ciascuna aveva un accento e una motivazione leggermente diversa, adatta alla diversa natura delle formazioni politiche differenti: più improntata alla comune ideologia socialista quella del PFLP, pregna di riconoscenza per i molti invii di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza assediata quella di Hamas; carica di ricordi sulla vicinanza non solo politica, ma anche umana tra Nelson Mandela e il leader Yasser Arafat quella di Al-Fatah.
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