Il 'Movimento Nazionale Irakeno', altresì conosciuto come la 'Lista Al-Iraqiya', coalizione politica formata dalla confluenza della 'Lista del Rinnovo' dell'Ex-Vicepresidente (e restauratore della nobile arte mediorientale dell'assassinio, tramandataci fin dai tempi di Hasan i-Sabah) Tarek Hashemi, dalla 'Lista Nazionale Irakena' dell'Ex-premier e storico collaborazionista con gli Americani Iyad Allawi, e il 'Fronte Nazionale del Dialogo' di Saleh al-Mutlaq, sarebbe ormai sul punto di disintegrarsi, proprio alla vigilia delle prossime elezioni parlamentari, che vedrebbero quindi le sue varie componenti presentarsi alle urne in ordine sparso (una sicura ricetta per il disastro).
Alcuni commentatori particolarmente cinici osservano che una coalizione tra forze politiche diversissime tenuta insieme solo nalla stringente necessità di opporsi al potente cartello delle liste sciite guidate dall'attuale Primo Ministro Nouri al-Maliki non poteva certo andare lontano: infatti la genesi dello sgangherato 'Movimento Nazionale' sta solo e soltanto nella volontà delle sue tre componenti di contrastare la pronosticata massiccia affermazione alle urne della "Coalizione dello Stato di Diritto" che riuniva partiti laici e secolari e liste religiose riconducibili alla maggioritaria comunità sciita irakena.
Il giochino riuscì, ma a stento, (con un misero scarto di due seggi), costringendo quindi lo sciita Maliki a venire a patti con la chimerica coalizione avversaria per dare vita a un Governo di Unità Nazionale che godesse di una schiacciante maggioranza parlamentare (180 deputati su 325), ma le cose si mostrarono da subito difficili per la triforme alleanza del 'Movimento Nazionale' che, a spizzichi e bocconi é arrivata a perdere 42 deputati sui 91 che ha portato in Parlamento. Il colpo di grazia, infine, sembra lo stia dando lo scandalo della "Anonima Omicidi" organizzata dall'Ex-vicepresidente Al-Hashemi, che aveva trasformato in killer prezzolati (3000 dollari a 'colpo', era la tariffa) il proprio distaccamento di guardie del corpo, utilizzandolo per uccidere esponenti politici rivali e ufficiali delle forze armate che rischiavano di scoprire troppo sul suo conto.
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