Il Principe ereditario saudita Sultan ben Abdul-Aziz avrebbe incaricato il suo parente Principe Muqrin bin Abdul-Aziz, capo dei Servizi segreti sauditi di assassinare Al-Hashemi per paura che, di fronte a un tribunale, egli "vuoti il sacco" raccontando degli inconfessabili legami tra la corte di Riyadh e il governo irakeno del periodo dell'occupazione americana; legami che, ovviamente, coinvolgevano e compromettevano politici come Talabani, Hashemi e tanti altri ancora.
L'Arabia Saudita ha sempre cercato di "infilare un piede nell'Irak post-Saddam", tramite i suoi contatti con alcuni ex-ufficiali di Saddam (che furono i Sauditi, insieme ai Kuwaitiani a sostenere per conto degli Usa e dell'Occidente al tempo della Guerra contro l'Iran), e soprattutto attraverso i fondamentalisti wahabiti, direttamente finanziati e addestrati dalle moschee oltranziste vicine al corrotto sovrano della Casa di Saoud.
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