Riprendiamo dall'outlet mediatico sionista 'Walla! News' un articolo a firma Amir Bohbot che riporta interessanti aggiornamenti sull' "affare" delle munizioni anticarro all'uranio impoverito rubate da una santabarbara delle forze militari di occupazione della Palestina, di cui avevamo già dato notizia nelle giornate precedenti. Sembra infatti accertato, arrivate al termine ispezioni e inventari di rito, che a venire rubate non siano stati 1500 proiettili APFSDS da 120mm ottimizzati per l'uso nei cannoni dei carri armati "Merkava" e "Sabra", ma un numero ben doppio.
Il danno economico per l'esercito sionista, inizialmente stimato tra i 15 e i 60 milioni di dollari, andrebbe a raddoppiare, toccano la cifra ancora più ragguardevole di 30-120 milioni. Il raggio variabile nella stima é dovuto al fatto che non tutte le granate rubate fossero dello stesso tipo, il loro costo dunque, oscillava tra i 1500 dollari l'una delle più "economiche" ai 6000 cadauna delle più "preziose". Quel che si é rivelato ancor più deprimente per gli investigatori di Tsahal, però, é stato il realizzare che il furto sia avvenuto "almeno" un mese prima della sua scoperta; ciò che fa dubitare che sia ancora possibile recuperare intatta la refurtiva.
La polizia militare sionista ha persino dovuto invitare un laboratorio mobile della polizia civile nella base del Negev dove é avvenuto il furto nel tentativo di identificare tracce o prove sfuggite alle prime ricognizioni. Portavoce militari hanno parlato della possibilità che a compiere il furto siano stati palestinesi o beduini ma tale affermazione va presa ovviamente con molto scetticismo giacché é nota la tendenza sionista ad accusare i Palestinesi di ogni crimine che avvenga nel loro regime di occupazione, cosa che spesso e volentieri impedisce la pronta scoperta dei veri colpevoli, come nel caso del bracciante asiatico responsabile dell'uccisione di alcuni fondamentalisti delle colonie illegali o come si é visto anche recentemente nel caso dell'assassinio di un anziano chimico in pensione da parte di una gang di prostitute.
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