giovedì 12 maggio 2016

Forze irakene all'assalto di Khan al-Bagdadi: "Avanti, ormai l'ISIS controlla solo il 14 per cento del nostro territorio!"


Avanzando verso Ovest nella Provincia di Anbar l'Esercito Irakeno e le Forze di Mobilitazione Popolare stanno avvicinandosi a Khan al-Bagdadi per liberarla dai terroristi dell'ISIS; ingenti rinforzi sono già arrivati a Sakkar, Waha e Makr Theeb in preparazione per l'offensiva.


Il Governo di Bagdad ha emesso comunicati volti a rafforzare la determinazione delle proprie forze sul campo sottolineando come la percentuale di territorio irakeno sotto il controllo del cosiddetto "califfato" si sia ridotta nel corso dell'ultimo anno a un terzo di quanto fosse in precedenza.

Se prima l'ISIS dominava quasi il 42 per cento dell'Irak adesso circa il 14 per cento del suo territorio rimane sottoposto alla sua brutale oppressione. La liberazione di Khan al-Bagdadi porterà le forze irakene ancora più vicine al posto di confine di Al-Qaim e alla Siria.

4 commenti:

  1. l'assalto dell'isis a Palmira e conseguenza degli errori di valutazione strategica del conflitto in Siria. finchè le linee di rifornimento saranno aperte.. i terroristi tafkiri passeranno indisturbatamente dallo stato osmanico (paese appartenente alla "mafia nord atlantica" il cui azionista di maggioranza è lo stato a nord di CUBA, retto da una setta di satanisti che si divertono ad andare in giro con il compasso e il grembiulino). In poche parole lo stato a Nord di Cuba che sta organizzando un colpo di stato nel paese più grande del sudamerica (nuova rivoluzione colorata, ne sentivamo la mancanza.. come del resto sta avvenendo in Macedonia) sta rifornendo gli stessi terroristi che 15 anni fa, così narra la "leggenda", gli hanno buttato giù le torri. E da buona organizzazione criminale non lo fa direttamente ma, bensì, attraverso il lavoro sporco del dello stato marionetta confinante con la Siria dove si consuma molto Kebab.

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  2. Stato aggressore a nord di Cuba?
    Che sia San Pierre e Miquelon?

    Federico

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  3. Di questi tempi.. nella dittatura globale... meglio mantenersi cauti sui nomi...
    Johnnifer Zenobius

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  4. onore al nuovo governo iracheno (quello che subentrato dopo la nascita del califfato) ed al suo ministro della difesa. ministro che sicuramente sa come si convogliano tutte le energie contro il nemico. due cose fatte da questo governo mi colpiscono favorevolmente

    1 - la formazione alla'interno dell'esercito iracheno di divisioni sunnite (la prima volta dai tempi di Saddam) ... ed ora dovrebbero già essere forti di 30.000 soldati. tra l'altro le tribù locali sunnite combattono molto meno se di fronte hanno truppe della loro stessa zona. altro fattore che toglie forza all'isis è il ritorno immediato della popolazione nelle città liberate con l'uso di truppe locali governative. per contro vi consiglio di documentarvi su come sono andate le cose a tikrit

    2 - aver accettato l'aiuto estero e che parte di questo aiuto possa andare anche alle minoranze che combattono l'isis. porto l'esempio dell'Italia. come la Russia in Siria anche l'Italia in Iraq non è intervenuta su mandato ONU ma su richiesta del legittimo governo nazionale. quindi in base ad un accordo bilaterale. inizialmente l'Italia ha fornito servizi di intelligence ed acquisizione bersagli con i tornado e formazione di reparti militari ed ufficiali (prevalentemente curdi e yaziri) ... quando i soldati "italiani" hanno conquistato in tre settimane l'importante centro logistico di sinjar il governo iracheno a chiesto il raddoppio dei militari italiani con il potenziamento soprattutto della formazione, ora svolto equamente tra le sedi di erbil e di Bagdad. ora l'ultima richiesta è aggiustare e proteggere la diga di mosul con dichiarata la tattica difensiva che vorrei veder attuata anche in Siria. ossia droni per la scoperta precoce delle minacce, elicotteri d'attacco per soprimerle, fanteria per bloccare ogni potenziale rivolo dovesse sfuggire ai mangusta. che la presenza italiana in Iraq sia considerata positiva lo dimostra le continue visite ufficiali in Italia ed il fatto che su richiesta in un anno stiamo per triplicare i soldati italiani presenti in Iraq

    on

    PS
    lo metto nel post scriptum perche la fede non serve a spiegare se uno è competente nel proprio lavoro ... il ministro della difesa iracheno è sunnita

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