mercoledì 16 marzo 2011

Continuano abusi e torture contro prigionieri palestinesi nelle galere israeliane


L'amministrazione carceraria dello Stato ebraico ha rinnovato per la diciassettesima volta di fila il provvedimento di "confino in isolamento" per il membro di Hamas Abdullah al-Barghouti, condannato a sessantasette (sic) ergastoli e rinchiuso per il momento nella prigione di Ramon.

Il Direttore del "Centro Studi Ahrar per i Prigionieri e i Diritti Umani", Fouad al-Khafsh ha dichiarato che Barghouti si trova "sepolto" in una cella d'isolamento dal marzo del 2003 e che le autorità sioniste da allora hanno ininterrottamente rifiutato di farlo tornare alla 'normale' vita dell'ergastolano.

Il suo avvocato Mohammed Abdeen ha detto che, nonostante tutto, sembra che il suo cliente fosse di buon umore durante l'udienza per il rinnovo del provvedimento e non si sia minimamente sconfortato nel sentirlo rinnovato per la diciassettesima volta.

Nel frattempo, per non "restare indietro" nella persecuzione e nella tortura di altri prigionieri, i dirigenti della prigione di Ramon hanno deciso di togliere l'elettricità dalla cella di Abbas al-Sayed come "punizione" per essere entrato in uno sciopero della fame che dura ormai da sei giorni consecutivi; con gesto piuttosto incoerente verso una persona che rifiuta cibo da quasi una settimana, i secondini sionisti hanno anche privato Assayed delle quotidiane razioni di zucchero e sale.

In solidarietà verso il loro compagno di cella, anche Barghouti e Mutaz Hijazi hanno deciso di non consumare i loro ultimi pasti, accettando, nelle loro celle di isolamento, soltanto una bottiglia d'acqua piena e una vuota, per urinarvi dentro.

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