venerdì 2 dicembre 2011

Benji Ben Eliezer dichiara: "Israele non é mai stato più in pericolo di adesso!"


"Una situazione di sicurezza, interna ed esterna, assolutamente catastrofica" quella che emerge dalle ultime dichiarazioni di Benji Ben Eliezer, ex-Ministro del regime sionista in numerosi esecutivi a guida o partecipazione laburista (del fittizio 'laburismo' sionista, quello che cantava l'Internazionale mentre progettava l'invasione della Palestina e l'Olocausto dei suoi abitanti nella 'Nakba'), attualmente membro delle Commissioni Esteri e Difesa, che nella giornata di ieri ha reiterato le sue preoccupazioni non solo, come il collega Mofaz, riguardo agli sviluppi in Egitto e in altri paesi limitrofi, ma spingendo lo sguardo anche al ritiro Usa dall'Irak e al conseguente rovesciamento degli equilibri di forza nella regione.

Dopo numerosi e ripetuti rifiuti da parte di Bagdad di estendere qualsivoglia 'immunità penale' contro eventuali soldati usa che fossero rimasti in Mesopotamia dopo il 31 dicembre 2011 la Casa Bianca ha imposto al Pentagono di completare il ritiro seguendo scrupolosamente gli accordi bilaterali del 2008, come del resto avevano da sempre preteso gli interlocutori irakeni; la decisione, secondo quanto riferito da Eliezer al sito Ynetnews: "Creerà uno stato di cose ancora più pesante per i nostri interessi nel prossimo futuro".

E' noto infatti che l'aggressione unilaterale angloamericana contro l'Irak di Saddam Hussein (o meglio ciò che ne rimaneva dopo vent'anni di brutale e insensato assedio economico) fu istigata dalla lobby filosionista neoconservatrice di Richard Perle, Wolfowitz e Doug Feith e condotta esclusivamente per conto degli interessi israeliani e della Lobby a Sei Punte, come "punizione" contro il leader irakeno che nel 1991 aveva "osato" lanciare i suoi SCUD modificati contro il regime di occupazione sionista.

Eliezer vorrebbe vedere aumentati gli stanziamenti del budget militare sionista e si lamenta a gran voce che, stante la disastrosa situazione economica che ha già provocato vaste manifestazioni e ampi scontri sociali anche nelle scorse settimane questo non sia possibile. Forse Tel Aviv si accinge a bussare nuovamente a denari a Washington e a Berlino? E con quale faccia dovrebbero Obama e la pingue Dama Merkel giustificare nuovi esborsi a favore del regime ebraico alle loro opinioni pubbliche e ai loro elettorati, già in gravi ambasce per via della crisi economica globale?
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

2 commenti:

  1. A proposito di vicende mediorientali, vi segnalo una vicenda, quella di tre associazioni francesi che hanno organizzato un viaggio in Terra Santa, che mi sembra esemplare delle questioni più importanti che oggi dividono gli attivisti per i diritti umani: Il pinkwashing divide

    RispondiElimina
  2. Grazie della segnalazione.

    Ha letto il nostro articolo sul magnate sionista del porno omosessuale che usa le rovine dei villaggi palestinesi distrutti nella 'Nakba' come 'location' per gli amplessi outdoor della sua 'scuderia'?

    http://palaestinafelix.blogspot.com/2011/02/magnate-del-porno-sionista-ricatta.html

    RispondiElimina