lunedì 19 marzo 2012

Il Governo palestinese ha pagato 2 milioni di $ ma i servizi egiziani, ancora pro-Mubarak, impediscono l'arrivo del gas a Gaza!


Con una procrastinazione che ha veramente dello scandaloso i servizi segreti del Cairo, ancora pieni di ufficiali ed esponenti legati a doppio filo al vecchio regime di Mubarak, e che anzi, che ne costituivano uno dei pilastri necessari e indispensabili all'epoca del suo potere stanno volontariamente e pertinacemente rallentando e impedendo coi più vaghi prestesti e le scuse più implausibili la finalizzazione di un regolare contratto per la regolare fornitura di combustibile dall'Egitto alla Striscia di Gaza, già siglato e approvato dal Governo, nonostante che l'Egitto abbia già ricevuto due milioni di dollari americani da parte delle autorità di Gaza, senza che una sola goccia di gasolio o benzina sia riuscita a entrare nel ghetto palestinese assediato.

In questa maniera, dopo che per decenni il loro padrone Mubarak (adesso in prigione in attesa di una sentenza che potrebbe anche comportare la pena di morte) ha fornito al regime ebraico dell'occupazione miliardi di litri di metano a prezzi irrisori adesso gli ex-fedelissimi del deposto dittatore continuano a servire gli interessi di Tel Aviv, mantenendo nella penura e nel black out (a volte anche per 18 ore al giorno) il ghetto costiero assediato dagli shylock sionisti. Secondo quanto riferito dal Segretario del Consiglio dei Ministri palestinese, Dr. Mohammad Ashkool, i servizi egiziani dapprima pretendevano di trasferire il combustibile attraverso il varco di confine di Kerem Shalom, quindi permettendo all'occupazione sionista di rendersi conto di quanto carburante Gaza stava ricevendo e, quando la loro pretesa é stata respinta e il varco di Rafah é stato imposto come punto di transito allora hanno iniziato a nicchiare e rallentare le procedure di trasferimento coi pretesti più vari.

Il Governo palestinese ha invitato i colleghi egiziani a tenere fede ai patti stipulati e a impedire che, con la pretesa di misure di sicurezza o altri impedimenti, parti del loro apparato statale ancora fedeli a Mubarak cerchino di danneggiare il nuovo corso della politica interna ed estera instauratosi dopo la vittoriosa Rivoluzione di Piazza Tahrir.
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