lunedì 2 gennaio 2012

"La Marina iraniana espanderà la propria presenza nelle acque internazionali fino all'Oceano Atlantico!"



La Marina iraniana soltanto pochi mesi fa si é incaricata di stupire e smentire quei compiacenti e sbruffoni osservatori occidentali che non la ritenevano capace di inviare le proprie navi nel Mar Rosso e, attraverso il Canale di Suez, nel Mar Mediterraneo; adesso, con le esercitazioni di "Velayat 90" che si avviano a conclusione, gli alti gradi dell'IRIN, totalmente soddisfatti delle prestazioni di uomini, vascelli, componenti aeree e sistemi d'arma, hanno annunciato che, in futuro, la nuova generazione di unità di totale costruzione iraniana, di cui i cacciatorpedinieri "Jamaran" e "Velayat" sono soltanto i primi esemplari si spingeranno abitualmente lungo le rotte delle "Acque Blu", fino nell'Oceano Atlantico ed oltre.

"Poco prima dell'inizio di queste manovre il nostro cacciatorpediniere Jamaran é rientrato alla base dopo una lunga missione in acque distanti, che prova la nostra incrementata competenza nella proiezione di potere navale; la missione avrebbe potuto durare ancora a lungo e spingersi in acque più distanti, solo il desiderio di vedere la nave prendere parte alle esercitazioni ci ha spinto a richiamarla", il Contrammiraglio Habibollah Sayyari, comandante in capo della Marina iraniana, ha spiegato che, coerentemente con le indicazioni etiche della leadership della Repubblica e con la dottrina strettamente difensiva delle Forze Armate, tale presenza internazionale non deve essere vista come una minaccia, ma come un segno di maturità e responsabilità di Teheran, nonché della sua volontà di contribuire attivamente alla libertà di navigazione, transito e commercio sulle maggiori rotte navali.

Rispondendo a una domanda dei cronisti del canale satellitare PressTV Sayyari ha commentato le recenti dichiarazioni americane riguardo "l'inabilità" dell'IRIN di riuscire a chiudere lo Stretto di Ormuz alla navigazione, in caso di attacco. "Non ho intenzione di dilungarmi sulle affermazioni di persone che, evidentemente non hanno una buona conoscenza delle nostre forze e delle loro possibilità, ma per rispondere alla vostra domanda ripeterò quel che ho già detto in passato: la chiusura dello Stretto di Ormuz é una delle nostre opzioni-base in determinati protocolli operativi, siamo perfettamente in grado di implementarla e tuttavia, nel superiore interesse della comunità locale e internazionale, siamo pronti e disposti a contribuire a un sistema di sicurezza sostenibile per la Regione, per il quale sentiamo che il contributo di forze estranee al Golfo Persico sia totalmente superfluo e non necessario".
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